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“Ho vissuto tre mesi con i soldati. Naturalmente, da questa esperienza , sto ricevendo più motivazioni. Ricevo molti messaggi dai miei tifosi, ma li ricevo anche dai miei amici che sono in prima linea. A volte, quando parlo al telefono con loro , i missili esplodono e sento i bombardamenti, poi quello con cui parlo in quel momento mi dice ‘Fratello, ti richiamo se sono ancora vivo'”. Lo ha detto il pugile campione del mondo Oleksandr Usyk che domani difenderà i suoi titoli Wba, Ibf, Wbo e Ibo contro lo sfidante britannico Daniel Dubois. Per Usyk – che si arruolò al fronte nelle prime ore dell’aggressione russa – però il pensiero è anche al suo paese: “Quando ero con la milizia, con il binocolo, a 900 metri, ho visto i miei nemici correre – le parole di Usyk -. Ho visto i carri armati esplosi. Ho visto case distrutte. Ho visto persone senza gambe, senza braccia. E ho visto anche delle persone che camminavano, ma che mi sembravano morte”. “Tutto attorno a me puzzava di morte. Il vero match è contro la morte – ha sottolineato -, il mio contro Dubois non è niente di niente al confronto”. Parole dette a margine della conferenza stampa ufficiale, in cui invece Usyk aveva spiegato che “la mia preparazione è stata ottima. Abbiamo lavorato molto anche con il nuoto, abbiamo ballato e ho giocato a calcio (con il Polissya di Zhytomyr, squadra della serie B ucraina ndr). Sono grato alla mia squadra, alla mia famiglia, a mia moglie – aveva aggiunto il campione del mondo dei massimi -. Sono grato al mio Paese e ai soldati ucraini che la difendono. La Polonia ci ha accolto in modo stupendo e io spero di regalare a questa nazione amica il mio successo”
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