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Sotto gli occhi di Evander Holyfield, Oleksandr Usyk scrive un altro capitolo di storia della boxe e si conferma campione WBA, WBO, IBF, IBO dei pesi massimi con una vittoria per split decision (113-115, 115-113, 116-112) contro Anthony Joshua. A Jeddah viene fuori nuovamente la classe dell’ucraino che spodesta dai piani alti della divisione regina il pugile di Watford. Sul ring del King Abdullah Sports City Usyk si presenta con lo stesso peso del primo match. Secondo Amir Khan l’ucraino aveva preso addirittura 15 kg. Tutto falso, forse pretattica. Alla fine quello più pesante è Anthony Joshua, con 2 kg in più. Rispetto alle aspettative della vigilia, Joshua non sporca il match. “Nel primo match volevo dimostrare di saper boxare bene come lui“, aveva detto pochi giorni fa. Nella rivincita non cambia, l’inglese tenta la partita a scacchi. Mobile di busto, veloce, AJ tenta più volte di lavorare al corpo di Usyk. Il match nella prima fase è tecnico, il terreno ideale dell’ucraino ma AJ non sembra intimorito. Dalla terza ripresa però Usyk viene fuori: il diretto sinistro arriva con più precisione sul volto dell’inglese. E dopo una partenza col freno, il campione mette la freccia e mette in cassaforte la terza e la quarta ripresa.
Un colpo basso di Joshua inaugura il quinto round, ma Usyk, dolorante, riparte subito. Nel primo match l’ucraino iniziò a fare la differenza dalla settima ripresa. Robert Garcia, il nuovo tecnico di Joshua al posto di McCracken, chiede al britannico di doppiare il jab. Usyk però è un 1.90 di sagoma sfuggente. Almeno fino al nono round, la ripresa migliore di Joshua. Gancio destro e poi sinistro. AJ scardina le difese e scuote Usyk, che per la prima volta è in seria difficoltà davanti al pugile di Watford che ride e si accorge del momento favorevole. Ma di fronte c’è un mostro di intelligenza tattica, forte dei suoi oltre 300 match da dilettante. Usyk sa che non è il momento di attetrare, per non lasciare spazio all’istinto killer di Joshua. L’inizio è aggressivo. Un gancio destro del campione stordisce Joshua. L’ucraino si aggiudica la ripresa e cancella tutte le certezze che lo sfidante si era costruito pochi minuti prima. Nell’ultimo round Joshua sa che deve andare per il ko. Tre minuti per la carriera. Tre minuti per i piani alti della divisione regina. Ma l’inglese è esausto. Prima del verdetto, l’ultimo bel gesto: Anthony tiene in alto la bandiera ucraina. Poi i punti: Usyk vince per split decision (farà polemica) e si prende la strada più breve per l’unificazione di tutte le cinture. Manca la WBC, nelle mani di Tyson Fury che ha tempo fino al 26 agosto per confermare o meno il ritiro. “Sono sicuro che non si sia ritirato, voglio affrontarlo”, dice Usyk. Uno dei due sarà il Re indiscusso dei pesi massimi.
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