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Il pugile Tyson Fury è nei guai: avrebbe mentito alle autorità antidoping della Gran Bretagna (Ukad) e l’accusa arriva da un agricoltore britannico, che al Daily Mail ha parlato dell’abboccamento avuto con l’entourage del due volte campione dei pesi massimi per una fornitura di carne contaminata (frattaglie e carni di cinghiale o maiale non castrati) al pugile e a suo cugino in cambio di 25.000 sterline, peraltro mai pagate. Fury e suo cugino risultarono positivi al nandrolone nel 2015, ma si difesero dalle accuse affermando di non essere a conoscenza della contaminazione delle carni.
Dichiarazioni che ora risultano dunque mendaci: “Esamineremo sempre qualsiasi prova potenziale in relazione a qualsiasi reato di doping e indagheremo se necessario”, spiega l’Ukad, mentre fonti vicine al pugile, sospeso peraltro due anni per uso di cocaina ma salito di recente sul ring per sfidare e battere Wilder poche settimane fa, accusano l’agricoltore definendolo un bugiardo patentato.
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