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La campionessa del mondo di boxe nella categoria 57 kg, Irma Testa, nel corso di un’intervista concessa ai microfoni di Eurosport, ha raccontato quale sia il suo grande sogno a livello professionale: “C’è un sogno sportivo, che è quello di vincere i Giochi Olimpici di Parigi 2024, anche se per scaramanzia non dovrei dirlo. Poi vorrei una famiglia con dei figli. Io vivo per sogni e obiettivi e appena ne realizzo uno, come il titolo mondiale, ne devo nutrire subito un altro, altrimenti non so come andare avanti”.
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“Ho bisogno di stimoli e dopo l’oro mondiale, – ha spiegato l’azzurra – ho ricevuto molti complimenti, ma i messaggi che più amo ricevere sono quelli di ragazzine che trovano il coraggio di rivelarsi ai genitori: ‘Ho detto a mia madre che volevo fare pugilato e l’ho convinta a portarmi in palestra’, oppure ‘Ho detto a mia madre di essere omosessuale’. Questi sono i messaggi che mi fanno piacere, perché vuol dire che servo a qualcosa e non solo a tirare pugni”.
La medaglia di bronzo ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020 ha sicuramente fornito una spinta importante per cambiare la visione di uno sport come la boxe: “Ci sono persone che continuano a dire che questo è uno sport maschile, ma non è vero, perché se ad oggi vinciamo più dei maschietti, un motivo ci sarà! Io spero che il mio titolo mondiale non solo aiuti il movimento femminile del pugilato, ma anche tutti gli altri sport che vengono considerati solo maschili. Nel mio caso, lasciare il mio paese, Torre Annunziata, è stato facile. Penso sia difficile farlo quando hai qualcosa che lasci. Io lasciavo solo la mia famiglia e in quel caso mia madre mi ha detto: ‘Scappa, vai e non pensare a noi. Io un giorno morirò, tu vai e costruisci la tua vita’”.
“Mi ispiro a lei, che è stata formidabile e se penso a come ha cresciuto quattro figli, andando al lavoro alle 7 e tornando alle 21 quando noi già dormivamo, beh, è stata fortissima. Se penso a cosa voglio diventare, io voglio diventare mia madre. O come mia sorella, che lavorava per permettermi di prendere treni per andare ad Assisi ad allenarmi, quando io non avevo sogni né obiettivi: prima di trovare nello sport la mia salvezza. Ho avuto una marea di gente che mi spingeva ad andare via e tanto che mi sono chiesta: ‘Ma mi state cacciando?’. Ma poi ho capito perché l’hanno fatto e oggi ringrazio ciascuno di loro”, ha concluso Testa.
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