Oleksandr Usyk ha confermato le cinture di campione mondiale dei pesi massimi WBA, WBC e WBO, battendo Tyson Fury nel main event della Kingdom Arena di Riyadh. Ancora una volta, come lo scorso 18 maggio, il quasi 38enne ucraino ha avuto la meglio grazie al verdetto dei giudici che però stavolta è stato unanime. Tutti e tre i membri della giuria si sono espressi con un 116-112 in favore del campione in carica, che come accaduto la scorsa primavera è uscito fuori alla distanza dopo aver accusato il colpo iniziale. Usyk è stato capace di sopperire ai 15 centimetri di altezza in meno e soprattutto ai 25 kg in meno rispetto all’avversario, utilizzando la sua lucidità tattica e una superiorità tecnica che al termine di questi due incontri sembra chiudere le porte a un eventuale terzo episodio della saga.
Per Fury arriva quindi la seconda sconfitta in carriera, un colpo durissimo alle ambizioni del 36enne di Manchester, soprannominato “The Gypsy King” e balzato agli onori della cronaca per aver battuto Wladimir Klitschko nell’ormai lontano 2015. Oleksandr “The Cat” Usyk invece si appresta a conquistare un posto nella storia del pugilato, con una carriera che prosegue spedita da imbattuto. Il prossimo step potrebbe essere la sfida a Daniel Dubois, già battuto in passato, per riunificare di nuovo tutte e quattro le principali cinture dei pesi massimi come era avvenuto a maggio prima di dover rendere vacante la cintura IBF.
IL CAMBIO DEL GIUDICE IN EXTREMIS E IL TAGLIO DELLA BARBA
La sfida ha vissuto un inaspettato colpo di scena nelle ore precedenti all’incontro, quando è stato reso noto che Fernando Barbosa non sarebbe potuto essere il terzo giudice del match per motivi di salute. Si è quindi resa necessaria una sostituzione, con il panamense Ignacio Robles e lo statunitense Steve Weisfeld che erano le due alternative. Gli entourage di Usyk e Fury non hanno trovato un accordo e per questo motivo il sostituto è stato scelto dal lancio di una monetina. Alla fine in giuria è subentrato Robles, che era il giudice scelto da Usyk.
Nell’immediata vigilia è inoltre emerso che lo staff del campione in carica avrebbe chiesto alla Middle East Professional Boxing Commission di ordinare a Fury di tagliare la sua folta barba. Il regolamento in realtà prevede che la barba vada tagliata solo qualora possa smorzare o influenzare l’impatto dei colpi dell’avversario o se può provocare tagli o graffi.
BORSA MONSTRE DA OLTRE 180 MILIONI
Oltre alle tre cinture dei pesi massimi, il rematch tra Oleksandr Usyk e Tyson Fury ha messo sul piatto una “borsa” con cifre da capogiro. Le indiscrezioni della vigilia hanno infatti parlato di 191 milioni di dollari statunitensi, pari a 182 milioni di euro. Un aumento di circa 40 milioni di dollari rispetto alla borsa in palio nel primo incontro tra i due, quando Fury per accordi economici prestabiliti si prese il 70% della cifra. Stavolta invece la borsa dovrebbe essere divisa in maniera più o meno equa tra i due pugili.
I RISULTATI DEGLI ALTRI MATCH DELLA CARD
E’ stata una lunghissima giornata di boxe alla Kingdom Arena di Riyadh, con una serie di match sottoclou che hanno anticipato la sfida tra Usyk e Fury. Verdetto unanime per la vittoria di Lee McGregor, che ha battuto Isaac Lowe nel match che metteva in palio il titolo internazionale WBC dei pesi piuma. Il verdetto della giuria è stato invece combattuto e per “split decision” Johnny Fisher ha battuto Dave Allen per il titolo intercontinentale WBA dei pesi massimi. Tutto molto facile per Moses Itauma, che ha confermato la cintura di campione intercontinentale WBO dei pesi massimi mettendo ko al primo round Demsey McKean.
Per i pesi super welter, senza nessuna cintura in palio, l’ucraino Serhii Bohachuk ha avuto la meglio su Ishmael Davis. C’è stato anche un match non disputato: la positività a un controllo anti-doping di Dennis McCann ha impedito al britannico di scendere sul ring contro Peter McGrail per quello che sarebbe dovuto essere un incontro valevole per il titolo europeo dei supergallo.