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E’ morto oggi a Cremona Benito Penna, uno dei protagonisti del pugilato italiano. Nato a Castelverde il 17 marzo 1940, Penna ha esordito appena quindicenne e a soli 18 anni era già tra i migliori pesi massimi, tanto da entrare nel giro della Nazionale. Nel settembre del 1959 il primo combattimento con la maglia delle Fiamme Oro, poi le Olimpiadi e gli Europei di Belgrado, dove il russo Abramov gli nega la gioia dell’oro solamente ai punti. Il passaggio al professionismo è storia del 1962: sul ring della Palestra Spettacolo il tedesco Horst Herold cade sotto i suoi colpi al 3° round. Ed è solo l’inizio, perché da professionista Penna infila una serie di 14 successi consecutivi (9 per Ko) e sfiora più volte il titolo italiano. Appartiene alla leggenda della boxe, almeno di quella cremonese, quanto accaduto il 26 dicembre 1976, giorno del suo ultimo incontro: Penna ha nuovamente l’occasione di combattere per il titolo italiano, l’avversario è Canè. Un destro perfetto per tempismo ed esecuzione manda al tappeto il bolognese al quinto round, ma Penna, anziché ‘finirlo’, aspetta volutamente che si rialzi. Canè si riprende e vince ai punti, ma quel gesto di estrema sportività varrà a Penna molto più di un titolo, rendendolo esempio di rispetto e fair play. Guardando le statistiche, la sua carriera racconta di 131 incontri tra dilettanti e pro, con 83 successi, di cui 28 per ko tecnico.
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