Pugilato

Boxe, Mike Tyson non fa miracoli a 58 anni: Jake Paul batte la leggenda dei massimi per decisione unanime

Jake Paul e Mike Tyson
Jake Paul e Mike Tyson - Foto Kevin Jairaj / IPA SIPA USA

Non si è fermato il tempo sul ring dell’AT&T Stadium di Arlington. Anzi, gli anni ’90 non sono mai apparsi così lontani: Mike Tyson a 58 anni non fa miracoli e perde ai punti contro il 27enne Jake Paul. Non è una sorpresa, anzi è andato tutto come da copione. L’ex campione del mondo dei pesi massimi si scatena nei primi istanti, mentre il suo rivale fa quello che tutti si aspettavano: assicurarsi i round con il minimo sforzo, senza infierire su un quasi 60enne, per poi vincere per decisione unanime (79-73, 79-73, 80-72). Impietose le statistiche: 18 colpi su 97 a segno in otto round per Tyson, contro i 78 dello youtuber che si affida soprattutto ai jab (31 su 179 a segno).

Per Iron Mike è la settima sconfitta della sua carriera, a 19 anni da quello che era il suo ultimo incontro da professionista. Lo aveva detto nei giorni scorsi: “Non credo nella parola legacy. Penso solo che sia un sinonimo di ego. Non significa niente. Un giorno morirò e sarà finita. A chi importa dell’eredità dopo questo?”. Ecco perché una sconfitta in più contro Jake Paul non spaventava quello che è stato il più giovane campione del mondo della storia dei pesi massimi. Tyson ci prova nel primo round e regala alla folla anche un bel sinistro sul volto del rivale. Poi le gambe iniziano a cedere e il tempo presenta inesorabilmente il conto. Un tutore al ginocchio destro di Iron Mike lascia intendere che il vero miracolo della serata sarà arrivare indenne all’ottava ripresa. Ci riesce, ma solamente con un assist da Paul che si limita a pungerlo col jab senza mai mettere a rischio la sua incolumità.

Alla fine le migliori emozioni del combattimento le regalano le interviste a caldo. Entrambi sono showman e lo dimostrano. A Tyson viene chiesto il perché si rosicchiasse continuamente il guantone: “Ho l’abitudine di farlo e poi sono fissato con i morsi”. Risate. Poi tocca a Paul: “Comunque è stato un gran bello schiaffo”, dice riferendosi al ceffone rifilato da Tyson durante il peso. Poi si passa ad analisi più serie: “Facciamo i complimenti a Mike – spiega Paul -. Stiamo parlando di una leggenda. È il più grande di tutti, lo ammiro, mi ispira e non saremmo qui oggi senza di lui. Quest’uomo è un’icona ed è un onore poter combattere contro di lui. Ed è ovviamente l’uomo più tosto e cattivo del pianeta”. “Sapevo che era un bravo pugile. Sapevo che era preparato. Ma sono venuto per combattere. Non ho dimostrato niente a nessuno, solo a me stesso”, risponde Tyson che chiama in causa Logan Paul, il fratello di Jake, per un prossimo, eventuale incontro. Altro show in vista. Con un po’ di malinconia.

SportFace