La vita di Don Curry, ex campione mondiale dei pesi welter e superwelter, è ormai segnata dal peso di una malattia che diversi pugili si trovano a dover affrontare una volta terminata la loro carriera: l’encefalopatia traumatica. La sua storia è un monito per tutti quei campioni che, dopo aver dato tutto sul ring, si trovano a fare i conti con un destino inesorabile, fatto di perdite fisiche e mentali. Suo figlio Donovan ha recentemente lanciato un appello disperato sui social, chiedendo aiuto per trovare una struttura sanitaria a lungo termine specializzata nella cura di pazienti con condizioni simili a quelle di suo padre. “Se conoscete risorse, strutture o organizzazioni che potrebbero aiutarci, non esitate a contattarci“, aveva scritto, ma finora il suo appello è rimasto senza risposta.
La carriera di Don Curry
La situazione di Don Curry, che oggi ha 63 anni, è particolarmente grave. Ex campione del mondo, ha attraversato una carriera leggendaria, battendo avversari del calibro di Marlon Starling, Milton McCrory, Carlos Santos e Lupe Aquino. Tuttavia, gli ultimi anni della sua carriera sono stati segnati da scelte sbagliate che lo hanno portato a subire colpi devastanti, compromettendo irreparabilmente la sua salute fisica e mentale. Dopo essersi ritirato, Lone Star Cobra, questo il soprannome di Curry, ha ceduto alla tentazione di tornare sul ring, spinto dalla necessità di denaro e dalla voglia di tornare a competere, ma questa decisione si è rivelata fatale. I ko subiti da Michael Nunn, Terry Norris e Emmet Linton, quest’ultimo affrontato nonostante una pancreatite acuta, hanno segnato l’inizio della sua discesa verso una malattia che non perdona.
L’encefalopatia traumatica, diagnosticata ufficialmente a Curry qualche anno fa, ha avuto un impatto devastante sulla sua vita. I suoi problemi di memoria, ragionamento, comportamento e controllo degli impulsi sono la triste manifestazione di una condizione non così rara per gli ex pugili. Ma la situazione non è cambiata, nonostante il coraggio di Donovan, che già nel 2021 aveva chiesto aiuto, lanciando un appello per sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi per la salute mentale dei pugili in pensione. Purtroppo, poco è cambiato per Curry e per tanti altri campioni che, una volta fuori dal ring, si ritrovano ad affrontare una battaglia difficile e solitaria contro il deterioramento della loro mente e del loro corpo.