Inizia con una vittoria l’avventura nella boxe professionistica per Diego Lenzi, che ha battuto il serbo Georgije Stanisavljev per ko tecnico durante la serata “The Art of Fighting” al Centro Pavesi di Milano. Esordio convincente da pro per “El Toro”, reduce dalle Olimpiadi di Parigi dove di fatto era risultato il migliore della spedizione italiana nella capitale francese per quanto riguarda il pugilato. E stasera, nel suo debutto da professionista, Lenzi non ha tradito le attese, mandando al tappeto un rivale comunque insidioso come il serbo e vincendo dunque prima del limite.
L’Italia torna a sperare nei pesi massimi e lo fa con un talento innato come quello dell’emiliano, che con grande personalità non nasconde di avere obiettivi a dir poco ambiziosi per il proseguo della carriera sul ring. Ambizioni importanti dettate anche da una crescita esponenziale arrivata in tempi davvero molto brevi dopo un periodo in cui Lenzi aveva addirittura fermato la sua attività pugilistica.
LE DICHIARAZIONI DI LENZI
In trance agonistica e con una sana arroganza sportiva che appartiene spesso e volentieri solo ai più grandi dello sport, Lenzi ha poi commentato a caldo ai canali ufficiali degli organizzatori dell’evento questo suo primo successo da pro: “La forma fisica parla, la forma con cui mi sono presentato sul ring parla. Sono già pronto a grandi palcoscenici. Sono già pronto a vincere il titolo italiano, se mi chiedessero di combattere fra mezzora sarei pronto e vincerei il tricolore. Voglio grandi palchi, voglio diventare una superstar. Segnatevi questa data, 15 dicembre 2024: Diego Lenzi vi dice che scriverà la storia della boxe italiana”.
NEL 2022 LA SVOLTA
L’exploit del pugile bolognese è da tempi record. Lenzi ha rilanciato la sua carriera, riprendendo a pieno ritmo la preparazione, solo nel 2022, ma è riuscito a bruciare le tappe e a staccare il pass olimpico compiendo quello che è a tutti gli effetti un miracolo sportivo. “Dai 19 fino ai 21 anni sono stato fermo, perciò in realtà è poco che faccio pugilato perché attivi sono 5 anni. Ho ripreso a febbraio 2022 e ho ripreso molto più forte prima perché di testa sono cambiato“, raccontò prima di Parigi ai nostri microfoni. Dopo la ripresa, sono arrivate le vittorie ai Campionati Italiani Under 22 e agli Assoluti, fino alla qualificazione per le Olimpiadi, ottenuta nel preolimpico di Busto Arsizio lo scorso marzo. A Parigi i favoriti erano Abbes Mouhiidine e Irma Testa, ma il migliore azzurro della competizione è stato proprio Diego Lenzi, capace di eliminare uno dei favoriti per il podio, lo statunitense Joshua Edwards, e di sfiorare un’altra impresa contro Nelvie Tiafack. Adesso la decisione di passare al professionismo, mantenendo comunque un occhio su Los Angeles 2028.
IL SOGNO DEL TITOLO MONDIALE COME DAMIANI
Se si parla di pesi massimi, in Italia la storia parla chiaro: il nostro paese ha avuto due soli campioni del mondo della divisione regina. Primo Carnera e Francesco Damiani, emiliano (di Bagnocavallo) come Lenzi. “Abbiamo un grande rapporto, anche perché è emiliano come me. Mi ha consigliato di iniziare a picchiare un po’ di più. Sono un ‘tappo’ per i pesi massimi e devo menare. Ora sto lavorando sul lavoro al corpo, che ho tralasciato negli scorsi anni”, le parole di Lenzi in un’intervista che ci ha rilasciato pochi giorni fa. Al momento peraltro l’Italia ha un altro peso massimo di ottimo livello, che sta scalando i ranking mondiali e sogna nel 2025 di disputare un incontro apripista per una chance iridata: si tratta di Guido Vianello che con Diego Lenzi ha incrociato i guantoni in passato e lo farà in un camp previsto nelle prossime settimane.
LOS ANGELES 2028, IL DUBBIO BOXE
Il sogno di Diego Lenzi riguarda il titolo mondiale da professionista, ma anche l’oro olimpico a Los Angeles 2028. L’obiettivo a cinque cerchi però non dipende solo dall’azzurro, visto che la boxe non è al momento sicura di rimanere nel programma olimpico dei prossimi Giochi. Dopo la decisione del CIO di estromettere l’IBA, la vecchia federazione mondiale del pugilato, dal movimento olimpico, il Comitato internazionale ha organizzato il torneo pugilistico di Parigi 2024, precisando però che non farà altrettanto a Los Angeles e che quindi l’organizzazione della boxe olimpica dovrà passare ad una nuova organizzazione. La federazione che sta cercando di unire il mondo della boxe – alla quale ha aderito anche l’Italia – è la World Boxing che pochi giorni fa ha toccato quota 60 federazioni nazionali affiliate, accogliendo anche Cambogia, Repubblica Dominicana, Giordania, Myanmar e Palestina. “La World Boxing ha raggiunto risultati enormi negli ultimi 12 mesi e avvicinarsi alla fine dell’anno con 60 membri è un risultato fantastico e una prova conclusiva del diffuso desiderio di cambiamento che esiste nel pugilato internazionale”, ha affermato il presidente della World Boxing, Boris van der Vorst. Un passo in avanti in più verso l’operazione di salvataggio della boxe a Los Angeles.