Pugilato

Boxe, D’Ambrosi indica la strada: “Ora meno attendismo e più potenza”

Flavio D'Ambrosi
Flavio D'Ambrosi - Foto FPI/Fabio Bozzani

“Guido Vianello ha dimostrato che il pugilato italiano può competere ad alti livelli perché ha un tessuto di società che svolgono per tutto l’anno un’intensa attività pugilistica – supportata e ben gestita da questa Federazione – e dei maestri che hanno la capacità di insegnare la nobile arte coltivando, quotidianamente, talenti“. Inizia così la lettera firmata dal presidente Fpi Flavio D’Ambrosi:In tal senso, i miei complimenti vanno al pugile ed all’amico maestro Simone D’Alessandri che allena Vianello e sta maturando, ormai da anni, una solida esperienza internazionale. Mi preme evidenziare, tuttavia, che il risultato di Vianello non è episodico e non è isolato. Sono stati ben 26 i Titoli europei, assoluti e silver, che i pugili italiani hanno conquistato dal 2021 ad oggi. Nello stesso periodo, per 6 volte i pugili italiani sono stati ai vertici mondiali (3 Ibo e 3 silver Wbc). Di recente, alcuni nostri pugili, tra cui lo stesso Vianello, hanno disputato incontri di alto livello internazionale. Sempre in questo quadriennio, è emerso con forza e si sta consolidando il movimento pugilistico Pro femminile. Ben 18 pugili italiani, uomini e donne, sono nei primi 40 posti delle classifiche generali delle maggiori sigle internazionali Pro. Di pari passo assistiamo ad un aumento progressivo dei pugili tesserati, degli eventi e dei titoli italiani. Non siamo certo ai fasti degli anni 60, 70 ed 80 ma siamo sicuramente fuori dal tunnel iniziato nella prima decade del nuovo secolo – soprattutto per colpa di questa Federazione e di chi allora la governava – che ha avuto il suo culmine negativo nel 2017 quando il pugilato professionistico italiano ha rischiato l’estinzione”.

“Ecco, una visione d’insieme eviterebbe gli accessi di pensiero sia in negativo – con visioni catastrofiche sul futuro del pugilato – che in positivo, lasciando spazio ad una sana critica costruttiva che evidenzi le problematiche e riconosca, nel contempo, la bontà della strada di crescita intrapesa dalla Federazione. La stessa visione d’insieme che dovrebbe essere utilizzata per l’intero movimento pugilistico nazionale – in continua crescita negli ultimi 4 anni, sia in termini quantitativi che qualitativi – e per le Squadre Azzurre che, se pur segnate pesantemente dalla debacle olimpica, hanno ottenuto dal 2021 ad oggi oltre 140 medaglie, in Campionati europei e mondiali (assoluti e di categoria), e ben 5 podi ai Campionati mondiali assoluti (3 maschili e 2 femminili)”. Prosegue il numero uno della Federazione: “Peraltro, molti tecnici sono convinti, ed io con loro, che il pugilato dilettantistico delle Squadre Azzurre dovrà progredire, dal punto di vista tecnico e tattico, verso il professionismo. Insomma, per dirla come un semplice appassionato: meno attendismo e colpi leggeri all’insegna dell’estremo tecnicismo ma più potenza, pressione e consistenza nel fare il match. Ricordiamoci una cosa: al futuro del movimento pugilistico italiano non servono frustrazioni, pseudo “profeti” e “stregoni” ma determinazione, volontà, esperienza, passione e competenza manageriale. Noi non molliamo e ripartiremo di slancio già dal mese di settembre p.v. Per quanto mi riguarda, il 31 agosto incontrerò le società toscane per poi proseguire con le società campane, il 7 settembre, e con tutte le altre in date da calendarizzare. Forza pugilato italiano“, conclude D’Ambrosi.

 

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