L’evento della definitiva ripartenza del post covid nei sogni degli inglesi vedeva Wembley come palcoscenico e un derby britannico dei pesi massimi per la storica unificazione delle cinture della categoria più prestigiosa. Oggi, nel 2022, il derby inglese è finalmente realtà, ma con due novità che tolgono un po’ di fascino all’evento: non c’è Anthony Joshua. E quindi non c’è nemmeno l’unificazione delle corone. A fronteggiare Tyson Fury, che difende il titolo WBC, c’è Dillian Whyte, campione ad interim della sigla. “Non è il Tyson Fury show. Sarà lo show tra Tyson Fury e Dillian Whyte“, dice Whyte, nato a Port Antonio, in Giamaica. Poi nel 1990 il trasferimento in Inghilterra. Un passato nella kickboxing, poi la boxe “che mi ha cambiato la vita”. Nel 2011 c’è il debutto da professionista, ma la prima grande occasione arriva alla quindicesima sfida (da imbattuto). Alla O2 Arena batte Brian Minto e conquista il titolo vacante silver International dei pesi massimi. Con un record di 16-0, viene designato come sfidante dell’astro nascente Anthony Joshua che lo batte per ko tecnico alla settima ripresa e gli strappa il titolo britannico e del commonwealth. La sconfitta però non spegne la fame di chi è “stato abituato a schivare i proiettili per strada” e di chi dall’età di 13 anni ha dovuto sfamare un primo figlio. Batte Derek Chisora due volte, supera avversari come Joseph Parker e Lucas Browne.
Nell’agosto del 2020 c’è un’altra grande frenata, nell’incontro più prestigioso: in pieno covid, nel silenzio della villa di Hearn, Whyte sembra dominare il celebre russo Povetkin. Uno con l’esperienza e la classe olimpica e a cui basta infatti un montante devastante al quinto round per mandare al tappeto l’inglese e chiudere anzitempo la contesa. La semifinale per la chance mondiale va al russo, ma la fama crescente di Whyte impone la rivincita. E a Gibilterra il rematch stavolta incorona Whyte che batte per ko tecnico alla quarta ripresa Povetkin dopo una battaglia condotta al massimo già nei primi istanti di incontro, con incroci pericolosi e colpi caricati selvaggiamente. Ora l’attesa chance mondiale per un pugile scomodo e che non piace a nessuno incontrare. Lo chiamano ‘The Body Snatcher’ e cercherà la prestazione perfetta. Probabilmente non basterà contro un pugile vicino alla leggenda come Tyson Fury, che annuncia il ritiro ma che probabilmente si rimangerà la parola. Prima c’è un Whyte da superare, ultimo ostacolo verso un’unificazione dei titoli che ha il sapore della storia.