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Anche al circolo polare brilla sempre fulgida la stella di Mikaela Shiffrin, che torna a vestire il pettorale rosso di leader dello slalom dopo la stagione sporcata dall’infortunio dello scorso inverno. L’americana però ha dovuto assistere all’avvicinamento delle avversarie, su tutte una Wendy Holdener che ha portato la sicurezza del finale dell’inverno 2016 all’inizio di questo 50° anniversario della coppa del mondo di sci alpino, presentandosi come possibile rivale allo strapotere dell’americana. Seconda piazza per lei a meno di 7 decimi dalla statunitense, fatto già di per sé quasi inedito negli ultimi anni, ma a far notizia c’è anche il terzo posto di Petra Vlhova, anch’essa sotto il secondo di distacco.
Una pista barrata alla perfezione, freddo pungente e luce morbida a far da contorno al bellissimo ambiente del circolo polare che rende Levi una delle tappe più magiche del circuito di coppa del mondo di sci alpino. L’attesa era tutta sulla solita Shiffrin, che nella prima manche però ha lasciato qualche speranza alle sue avversarie, fatto che già di per sé fa notizia. I 70 centesimi di vantaggio sulla coppia Hansdotter-Holdener erano sì un vantaggio importante, ma se analizzati mostravano un dato interessante: quasi la metà di questi sono arrivati nelle prime porte, segno di un piglio diverso già dal cancelletto, però anche che sullo “sciato” la differenza tra l’americana ed il resto del mondo è stata minore del solito.
Italiane purtroppo ancora lontane, come però era prevedibile, nella disciplina che da tanti anni ormai è il tallone d’Achille della nazionale azzurra: solo due qualificate per la seconda manche con le “veterane” Manuela Moelgg ed Irene Curtoni, ma entrambe lontane dalle posizioni che contano, mentre le giovani leve non hanno portato a termine la prova, uscendo di scena quando già il loro ritardo era troppo elevato. Nemmeno la seconda manche poi porterà molto bene alle due azzurre, che chiuderanno la loro prova rispettivamente 13a e 20a.
Ma se in Italia si fatica a trovare il ricambio tra i pali stretti, così non è nel resto del mondo e questa tappa di Levi lo ha dimostrato con tanti nuovi volti a mostrarsi tra le protagoniste: Katharina Truppe, austriaca classe 1996, aveva già fatto parlare di sé l’anno scorso chiudendo tra le prime 25 la classifica di slalom, e quest’oggi ha mostrato ulteriori miglioramenti, tanto da chiudere al quinto posto, dopo che la prima manche l’aveva vista scivolare molto indietro a causa di un errore grave nel finale. Ancora meglio ha fatto Maren Skjoeld, trionfatrice in Coppa Europa lo scorso inverno, capace di trovare la prima top 10 in carriera ad appena il terzo slalom nel circuito maggiore, grazie ad una tecnica solida e tanta determinazione nel creare velocità con fasi di cambio pulite ed in avanzamento.
La prima manche aveva visto il talento svizzero Melanie Meillard, una delle protagoniste assolute dell’Olimpiade giovanile di Oslo, chiudere al quinto posto nonostante il pettorale 40. La classe ’98, alla terza gara di coppa del mondo e alla seconda qualificazione dopo il 18° posto di Soelden, ha fatto ancora meglio, chiudendo addirittura sesta.
L’inforcata di Frida Hansdotter è stata un po’ come un segno della resa della vecchia generazione, quest’oggi sorpassata da un podio completamente under 23: vittoria per una Shiffrin che però è apparsa umana, davanti ad Holdener e Vlhova. Quest’ultima con quasi un secondo di vantaggio sulla prima delle “veterane”, la compagna di squadra Veronica Velez-Zuzulova, quarta. La notizia però è che l’americana non ha fatto segnare il miglior tempo in entrambe le manche e la seconda ha visto addirittura le due avversarie dirette rosicchiare qualcosa, a dimostrazione che le altre non ci stavano a prendere i distacchi abissali a cui la ventunenne ci aveva abituato nelle ultime stagioni. Certo, i 67 centesimi con qui un’ottima Holdener insegue non sono pochi ed il miglior parziale fatto segnare dalla Shiffrin sul muro fanno intendere che la leadership dell’americana non è ancora in pericolo, ma il segnale è chiaro: dietro c’è tanta voglia di emergere e se questo è il primo assaggio, ci sarà molto con cui divertirsi con tante giovani tutto pepe e certamente la classe delle veterane sarà materiale per queste per trovare un riscatto, chissà, forse già a Killington, nell’inedita tappa americana a fine mese.
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