Una cosa è sicura: quanto successo nella notte fra il 5 e il 6 marzo nel corso dell’evento UFC 196 sarà ricordato per sempre negli annali delle mixed martial arts. Dopo quindici vittorie consecutive l’indiscusso campione del mondo dei pesi piuma Conor McGregor è caduto sotto i colpi di Nate Diaz.
Una sconfitta che non è costata la perdita della cintura dei piuma (si combatteva nella categoria dei welter) ma che ha lasciato comunque più di un interrogativo sulla gestione del match da parte dell’irlandese.
Dopo un primo round letteralmente dominato infatti McGregor non è riuscito a chiudere la contesa subendo la clamorosa rimonta di Diaz. Un rovesciamento delle parti quasi da film, che ha visto prevalere l’americano nel secondo round grazie ad una combinazione furiosa a due mani e a una fantastica mossa di strangolamento che ha costretto alla resa l’avversario.
Un’azione epica, che ha messo in evidenza ancora una volta tutta la resistenza e l’imprevidibilità di Diaz, e che ha riconsegnato al mondo delle MMA un Conor McGregor ridimensionato e per qualche verso “più umano”.
Dopo aver dominato l’UFC negli ultimi mesi ora per l’irlandese si prospetta un periodo di redenzione dove dovrà cercare di rialzare la testa per tentare l’assalto a quel titolo dei pesi leggeri detenuto da Rafael dos Anjos che lo potrebbe far diventare l’unico atleta nella storia di questo sport a possedere due cinture contemporaneamente.
Oltre al match fra McGregor e Diaz, nella notte di Las Vegas è andata in scena anche la sfida per il titolo femminile dei pesi gallo fra la campionessa Holly Holm e Miesha Tate. Una battaglia entusiasmante, con le due atlete impegnate nell’ottagono per quasi 25 minuti. La svolta nell’ultimo round, quando Miesha Tate è riuscita a portare a terra la contesa e con una letale rear naked choke ha mandato a dormire l’avversaria. Primo titolo UFC per la Tate e sconfitta alla prima difesa per la Holm, che non è riuscita così a confermarsi dopo l’impresa che ha scioccato il mondo contro Ronda Rousey.