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Dalla Svizzera arrivava l’ordine di pagare in nero. Nei contratti firmati dai giocatori, fino alla stagione 2013/2014, sarebbero state inserite due voci: una, “Contratto”, a indicare la parte regolare di quanto recepito, l’altra, “Sue mani”, per riferirsi al denaro corrisposto sotto banco.
Questi, secondo quanto riportato dal Secolo XIX, i punti nodali della causa che ruota attorno alla Pro Recco pallanuoto e al suo ex patron Gabriele Volpi (conosciuto in ambito sportivo in quanto proprietario dello Spezia Calcio, ma le cui fortune sono principalmente legate ai servizi logistici forniti ai petrolieri in Nigeria).
La polizia tributaria della Guardia di Finanza, in possesso di materiale molto dettagliato, sta indagando sulla vicenda, nata a livello giudiziario tramite le accuse formulate da due ex collaboratori della società , i quali richiedevano maggiori pagamenti dal patron Volpi. Una di loro è la signora Maria Orioli. Presunta incaricata proprio della contabilità non ufficiale, la signora Orioli avrebbe gestito il denaro secondo le direttive mensili provenienti dalla società “Albion Finance” di Lugano, proprietaria pro quota della Pro Recco pallanuoto.
Tra i personaggi coinvolti vi sarebbe anche l’attuale presidente della Pro Recco, Maurizio Felugo, ex pallanuotista italiano oro e argento alle Olimpiadi. Raggiunto dallo stesso Secolo XIX, Felugo (il cui nome compare insieme a quello di altri giocatori storici) ha dichiarato: “Io sono presidente del sodalizio sportivo solo da febbraio, non sono a conoscenza di quanto indicato. Nego in ogni caso qualsiasi mio coinvolgimento”. Secondo le accuse, l’ex pallanuotista azzurro avrebbe percepito per esempio oltre 13mila euro “sue mani” nel gennaio 2010, mentre gli emolumenti “contratto” superavano di poco i 2mila euro.