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Mentre tutta Italia esultava per le splendide prestazioni della nazionale di volley maschile, quella femminile era già a casa, eliminata prematuramente dopo un girone a dir poco sotto le aspettative. Quattro sconfitte e una sola vittoria (inutile ai fini della classifica e contro il debole Portorico), questo è il bottino ottenuto dalle ragazze di Marco Bonitta. Prestazioni davvero deludenti per un’Italia che non è stata capace di vincere nemmeno un set nelle prime tre partite. E poco importa se il girone delle azzurre fosse senz’altro di ferro (tutte e quattro le semifinaliste ne facevano parte), tutti si aspettavano molto di più dal sestetto azzurro.
Il dito è stato subito puntato contro Bonitta, da sempre poco amato dalle proprie atlete (furono le sue stesse giocatrici a cacciarlo nel 2006 dopo la vittoria del mondiale 2002). L’ormai ex ct, dopo un quadriennio di insuccessi in azzurro, lascia la nazionale e torna a Ravenna con un ruolo dirigenziale. Al suo posto è già attivo Cristiano Lucchi, allenatore del Club Italia e assistente della nazionale. Ma con ogni probabilità il suo sarà un ruolo di semplice traghettatore in attesa del nome giusto per il prossimo quadriennio. Tra tutti i candidati, il più papabile sembra essere Davide Mazzanti, vincitore degli ultimi due scudetti prima con Casalmaggiore e poi con Conegliano. Il quarantenne allenatore marchigiano sembra essere l’uomo ideale per accompagnare nella crescita la nuova generazione di talenti azzurri in vista di una nazionale sempre più competitiva.
Unica controindicazione è il rapporto speciale con Serena Ortolani, giocatrice chiave della nazionale attuale. Mazzanti e Ortolani, infatti, sono marito e moglie oltre che genitori della piccola Gaia. La schiacciatrice azzurra, però, è stata allenata dal marito nei due ultimi e trionfali anni e la relazione che li lega non sembra avere mai condizionato il loro rapporto professionale. Sarà così anche quando i giovani talenti di Egonu, Sylla e Diouf incalzeranno la titolarità della giocatrice ventinovenne? In attesa di conferme, solo il tempo potrà dircelo.La speranza è quella di riavere il prima possibile una nazionale di volley femminile competitiva che sappia rialzarsi con orgoglio dalle recenti delusioni.
Bonitta ha compiuto scelte discutibili fin dalle convocazioni, inimicandosi prima Francesca Piccinini, che ha lasciato la nazionale dopo il preolimpico in Giappone per divergenze tecniche, poi Ofelia Malinov, non convocata dopo un’estate giocata da titolare, e infine Valentina Diouf, lasciata a casa a sorpresa con un SMS, in favore di una Alessia Gennari ancora a mezzo servizio a causa di un’operazione. Anche il suo approccio al torneo olimpico ha fatto molto discutere. L’estemporaneo innesto della palleggiatrice d’esperienza Eleonora Lo Bianco (al posto della sopracitata Malinov) è sembrato a molti una forzatura inutile. Per di più perché è stata utilizzata come riserva della giovanissima Alessia Orro (18 anni) che si è dimostrata decisamente fuori forma e poco pronta per un palcoscenico così prestigioso.
La squadra, in pratica, non ha mai espresso un gioco soddisfacente e Bonitta non è stato in grado di creare un rapporto equilibrato tra le giocatrici d’esperienza e i giovani talenti (su tutti Miriam Sylla e Paola Egonu). Il sestetto è apparso sempre confuso, privo d’indentità e incapace di reagire alle iniziative avversarie. Un vero e proprio disastro, insomma, che non poteva non avere conseguenze sul destino del controverso allenatore.