Si accende lo scontro tra il presidente del Coni Giovanni Malagò e Paolo Barelli, pronto a farsi rieleggere presidente della Federazione italiana nuoto (Fin) dall’assemblea convocata sabato 10 settembre, forte anche delle otto medaglie conquistate ai Giochi Olimpici di Rio de Janeiro. Al termine della Giunta nazionale del Comitato olimpico, Malagò ha svelato il parere dell’ufficio legale del Coni, secondo il quale Barelli non sarebbe eleggibile a causa del ricorso presentato al Tribunale amministrativo regionale del Lazio contro la decadenza dal ruolo di membro della stessa Giunta. Il presidente della Federnuoto ha chiesto la rinuncia al ricorso che viola la clausola compromissoria ma il Tar, ricevuta anche l’opposizione del Coni, ha rinviato ogni decisione al prossimo 11 ottobre: dunque il ricorso è ancora pendente e per questo, ad ascoltare l’ufficio legale del Coni, Barelli non potrebbe essere eletto sabato prossimo.
Conosciuto il parere legale del Coni, la Fin ha emesso il seguente comunicato: “In relazione alle discutibili opinioni espresse, di cui la Giunta ha inopportunamente e pubblicamente preso atto, ledendo implicitamente l’autonomia del corpo elettorale della federazione, si ritiene utile precisare quanto segue: la LXI Assemblea ordinaria elettiva è stata convocata regolarmente, ai sensi degli artt. 9/1 e 11/12 dello Statuto ed in attuazione della delibera del Consiglio Federale n. 136 del 27 luglio scorso; le candidature pervenute alla segretaria generale sono state verificate e convalidate visti gli artt. 25 e 18/8 dello Statuto federale e l’art. 27 del regolamento organico. La Federazione Italiana Nuoto rivendica il legittimo operato degli uffici federali e la sovranità e indipendenza della volontà assembleare meritevole di rispetto e non di eventuali strumentali condizionamenti. L’operato federale proseguirà nel rispetto di tutte norme e prerogative vigenti“.
In serata è arrivato anche il comunicato dello stesso Barelli: “Ricordo che proprio il presidente del Coni Giovanni Malagò, il 21 agosto scorso, ha dichiarato che ‘se Barelli si voleva candidare, era indispensabile che ritirasse tutti i ricorsi perché altrimenti non aveva i requisiti per poterlo fare’, sottolineando come fosse ‘scontato che sarebbe successo’. Pertanto proprio il Coni aveva ribadito che la rinuncia ai ricorsi in essere avrebbe comportato automaticamente l’eliminazione, a suo discutibile parere, delle cause ostative all’eleggibilità. Ciononostante ha successivamente presentato opposizione alla rinuncia ai ricorsi, peraltro non prevista dal codice amministrativo e di dubbia legittimità. Appare evidente quindi che l’interesse primario del vertice del Coni non sia la difesa e valorizzazione della volontà assembleare, chiamata ad eleggere i propri quadri dirigenziali il prossimo 10 settembre in totale libertà, bensì la realizzazione di un progetto perseguito da almeno tre anni con una serie di azioni legali giustificati quali ‘atti dovuti’ e con continue opere mediatiche di discredito, sin dall’ipotesi di commissariamento più volte pubblicata da vari quotidiani fin dalle Olimpiadi invernali di Sochi 2014“.
Barelli conclude invocando l’intervento del governo presieduto dal premier Matteo Renzi: “In relazione alle continue forzature contro di me e la Federazione italiana nuoto ritengo ormai indispensabile l’intervento del Governo, autorità vigilante sul Coni, ai fini di valutare la legalità e legittimità di tali azioni. Nel frattempo diffido in modo formale chiunque continui a sostenere che io non sia eleggibile, preannunciando di aver già dato mandato ai miei avvocati di tutelarmi in tutte le sedi competenti contro chi dichiarasse o riportasse falsità“.