Formula 1

Formula 1, le pagelle del GP di Montecarlo

Lewis Hamilton - Foto Bruno Silverii

Lewis Hamilton torna alla vittoria. Non era primo dal GP di Austin che gli consegnò il terzo titolo mondiale. L’anglocaraibico è stato il migliore in assoluto grazie a una strategia azzardata. Autogol della Red Bull che si è dimenticata di prendere le gomme in occasione del pit-stop di Ricciardo. Una sosta che gli è costata la vittoria. Nerissima la giornata delle Ferrari: Raikkonen out e Vettel solo quarto. Un altro disastro. Ecco le pagelle:

Hamilton 10. L’inglese più amato dello star system ha fatto 31 giri con le stesse gomme, quelle da pioggia, mentre la pista si stava asciugando e tutti gli altri correvano a cambiarle. Poi ha azzardato un solo pit-stop: da bagnato totale a slick. Completa il trionfo con un deciso no a Ricciardo.  Immenso.

Ricciardo 9. Fa tutto bene fin da giovedì, ma sul più bello la squadra lo punisce con un pit-stop suicida. Non nasconde il suo disappunto e scuote la testa durante la premiazione. Ha ragione. Ma anche lui si lamenta perchè Hamilton leader non gli rende la vita facile. E questo non gli fa onore.

Virtual Safety Car 9. Sulla ruota di Monte Carlo esce quattro volte per consentire agli steward di levare i numerosi detriti dei diversi incidenti. Vince la sicurezza.

Alonso 8. Quinto a Monte Carlo con il cameo di aver tenuto dietro la regina, la Mercedes di Rosberg. Lo spagnolo è il Bruce Willis della F1: duro a morire.

Perez 7.5. Davanti a Vettel per tutta la gara. Per lui, ex pilota della Ferrari Academy, deve essere stata una bella soddisfazione. Con la Force India versione B, nel senso di profondamente aggiornata, sale sul podio. Risorto.

Direzione gara 7. Mettono sotto investigazione Hamilton per aver chiuso la porta in faccia a Ricciardo. Una manovra al limite, ma se nemmeno a Monte Carlo permetti una certa aggressività, allora devi cambiar mestiere.

Vettel 5. Al 65° giro abbiamo scoperto che non dormiva perché ha commesso un erroraccio alla Massenet in stile Verstappen. Ma il tedesco è quattro volte iridato e non è finito a muro. Evviva! Per il resto ha anticipato troppo la prima sosta e non è mai riuscito a impensierire Perez. Inesistente.

Verstappen 3. Esattamente come un anno fa conclude la sua gara contro un guardrail. Peccato perché con una collana di sorpassi si stava facendo perdonare l’errore di sabato a Massenet. E invece lo ha replicato. Torna nei garage mogio, mogio consapevole che lo attendono i rimproveri di babbo e mamma, di Marko, di Horner e di mezzo mondo.

Rosberg 5. Ricciardo scappa via e lui fa da tappo a Hamilton e al resto del gruppo per un problema alla temperatura dei freni. Si fa da parte solo dopo l’ordine di scuderia. Ha ragionato in ottica mondiale, ma quanto è stato antisportivo!

Kvyat 4. La sua stagione sembra compromessa. Tra guasti tecnici, errori, siluramenti, voglia cieca di dimostrare che vale più di quanto si creda, fatica a rimettersi in piedi. Magnussen lo prende a ruotate, ma lui reagisce con un sorpasso impossibile che lo penalizza.

Palmer 4. Tre incidenti in tre giorni sono la cartina di tornasole di quanto soffra per aver deluso i vertici della Renault che pensano alla sua sostituzione. Dura la vita in F1.

Raikkonen 3. Perde il controllo della macchina e tocca come un principiante quando piove ancora. Viene convocato dai commissari per spiegare il casino che ha fatto danneggiando Grosjean nel suo incidente. Ormai è lapalissiano che non si trovi con la SF16-H, ma è anche vero che come calamita la sfiga lui non lo fa nessuno. Il destino delle seconde guide alla Ferrari.

Nasr e Ericsson 3. Decidono di imitare nel modo peggiore Hamilton e Rosberg toccandosi dopo che la scuderia aveva comandato a Nasr di far passare il compagno di squadra. Ritiro per entrambi. Furbi.

Red Bull 1. Dopo aver derubato Ricciardo della vittoria con un pit-stop che nemmeno la Williams si sarebbe sognata di fare, hanno pure il coraggio di dirgli via radio: “Tranquillo, ce la fai, sei più veloce di Hamilton”. Tanto mica erano loro che devono sorpassarlo. Pessimi.

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