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Pesanti accuse arrivano direttamente dal NY Times allo sport russo, accusato nell’ambito dell’Olimpiade di Sochi di doping di stato. Sarebbero almeno 15 le medaglie olimpiche russe coinvolte nello scandalo, secondo quanto riportato dalla fonte di queste informazioni, un funzionario che all’epoca gestiva il laboratorio antidoping locale dove furono effettuati numerosi test.
Parola di Grigory Rodchenko, decorato da Putin dopo i Giochi Olimpici, che ha rivelato al giornale statunitense di aver “progettato” lui stesso una miscela di sostanza proibite, mescolate ad un liquore da servire poi agli atleti. Il cocktail aveva ovviamente l’obiettivo di migliorare notevolmente le prestazioni. Rodchenko parla di uno dei più elaborati e riusciti programmi di doping nella storia dello sport. Dovrebbe aver incluso anche 14 componenti della nazionale di sci di fondo, 2 di quella di bob (peraltro vincitori di medaglie d’oro). La buona riuscita del piano passava dalla sostituzione notturna dei campioni “contaminati” con altri campioni di urina pulita
“Li sostituimmo passandoli perfino attraverso un buco fatto nel muro“, ha dichiarato Rodchenko. “Ed alla fine dei Giochi almeno 100 contenitori sono stati sostituiti. La gente festeggiava i campioni olimpici, e nel frattempo noi lavoravamo come pazzi e sostituivamo i loro contenitori di urine. Ci pensate come è organizzato il mondo dello sport? Il nostro laboratorio a Sochi era perfettamente preparato ed equipaggiato, come mai prima“.
Vitaly Mutko, Ministro dello Sport russo, ha commentato descrivendo l’accaduto come l’ennesimo attacco allo sport russo. Il nome di Rodchenko era già comparso negli scandali che avevano travolto l’atletica russa nello scorso novembre e, dopo due morti sospette di due colleghi, l’uomo si era trasferito a Los Angeles, dove ora ha deciso di raccontare la sua storia.