Più di 1000 atleti russi sarebbero stati coinvolti nel programma di doping dal 2011 in poi. Il report del professore Richard McLaren, ha evidenziato soprattutto i nomi di quattro medagliati a Sochi 2014 e ben cinque a Londra 2012.
L’accusa di McLaren sarebbe una “chiara strategia segreta di stato con un preciso programma da seguire per portare gli atleti russi alla vittoria”. Durante i Giochi Olimpici di Londra, la Russia ha vinto 72 medaglie, 21 delle quali d’oro, proprio qui nascono le perplessità nel report appoggiato anche dalla World Anti-Doping Agency: “Il team Russia ha corrotto i giochi di Londra, un qualcosa di mai visto prima e che probabilmente non se ne scoprirà mai l’identità – spiega il professore – Il desiderio di ottenere il successo ha superato l’etica e la morale degli stessi atleti andando ad intaccare il fair play della competizione“.
Il nuovo report ha approfondito la questione tirata in ballo nel mese di luglio che la Russia smentì categoricamente. Tra i nuovi dettagli scoperti troviamo:
- A Sochi, due giocatrici di hockey avevano i campioni di urina maschili
- I campioni di quattro atleti russi medagliati (oro) a Sochi son stati manomessi
- Sono state trovate delle e-mail riguardo alcune istruzioni, dal Ministero dello Sport russo, su cosa fare nel caso di positività se “salvare” o mettere in quarantena
- Son stati trovati degli elenchi con i nomi degli atleti di cui i campioni erano stati salvati
Oltretutto, precedentemente, McLaren aveva innalzato anche il problema della manomissione delle provette secondo le informazioni che aveva ricevuto dal dottor Grigory Rodchenkov. Nella nuova illustrazione l’accusa è quella di aver trovato chiari dettagli su come il “Russian Security Federal Service” abbia manomesso il risultato, prove evidenziate da piccoli segni e graffi sulla parte interna del tappo dei campioni oltre a delle incongruenze con il DNA.