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“Strano avere due risultati diversi sullo stesso controllo a quattro mesi di distanza? il discorso può essere difficilmente comprensibile, ma tecnicamente ci può stare perché la tecnologia va avanti“. Questo il commento del presidente del Coni Giovanni Malagò, ai microfoni di Radio Capital, dopo la conferenza stampa di Alex Schwazer (LEGGETE QUI la conferenza integrale), accusato della positività a sostanze anabolizzanti in un test sostenuto lo scorso primo gennaio. Una storia che presenta ancora vari punti oscuri, perché in un primo momento il controllo antidoping del marciatore altoatesino era risultato negativo ma quattro mesi e mezzo dopo, il 13 maggio (pochi giorni dopo il ritorno alle gare di Schwazer con relativa vittoria nel Mondiale di marcia di Roma), è diventato positivo.
“Se questo mi fa venire un dubbio? Domanda interessante – ha dichiarato il numero uno dello sport italiano – Uno si può porre il dubbio, ma di contro c’è la famosa tecnologia e la storia dei ladri che studiano sistemi sofisticati e le guardie che si adeguano. Ultimamente, ad esempio, sono state annullate delle medaglie olimpiche assegnate nel 2008 perché con le nuove tecnologie dei campioni di sangue presi a Pechino sono stati trovati fuori norma. Nel caso Schwazer sono passati quattro mesi e mezzo: il discorso può essere difficilmente comprensibile, ma tecnicamente ci può stare perché la tecnologia va avanti”.
Malagò ha però evitato giudizi definitivi sulla vicenda: “Se fosse vero, se Alex Schwazer fosse recidivo sarebbe di una gravità pazzesca – ha sottolineato il presidente del Coni ai microfoni di Radio Capital – Se invece ci fosse dietro qualcosa di diverso, sarebbe altrettanto pazzesco. Chiunque si espone oggi in un giudizio, però, sbaglia. Io ho un ruolo pubblico, non posso entrare nel merito e invito tutti a non farlo: bisogna capire come stanno le prove, anche perché c’è l’elemento della controanalisi”.