Turno pirotecnico quello andato in scena nella giornata Nba, che ha visto ben nove partite. La più spettacolare è andata in scena a Milwaukee, dove i Bucks hanno fatto sudare freddo a coach Kerr, giocando la loro miglior partita stagionale a livello statistico, 52% dal campo e 50% da 3 di squadra. Altra partita degna di nota è quella andata in scena al Pontiac Silverdome di Detroit dove i Pistons vengono dal layup del rientrante Al Horford, che regala ai suoi Celtics un’importante vittoria. Allo Staple Center, i Clippers continuano a convincere, battendo degli ottimi Bulls nonostante un brutto primo quarto, grazie a soliti Blake Griffin e Chris Paul, quest’ultimo sempre più in versione MVP. Vittoria inaspettata per i New Orleans Pelicans, che grazie ad un superbo Anthony Davis, 38 punti e 16 rimbalzi, battono all’overtime gli Hornets. A Charlotte non basta Marco Belinelli che, con 22 punti 10 rimbalzi 5 assist il 53,8 % dal campo e soprattutto il 7/9 da 3, gioca una delle migliori partite della sua carriera. Un’altra grande prestazione è quella offerta dal rookie Joel Embiid che, nonostante il solito minutaggio ridotto a soli 20 minuti, guida i sui 76ers alla vittoria sui Suns con una prestazione magistrale, 26 punti 7 rimbalzi 2 assist con il 63% da campo ed il 60% da 3. Altre vittorie importanti sono state quelle ottenute da Houston sui Jazz, 31 punti più 10 assist per Harden,e dai Memphis Grizzlies su Minnesota grazie ad una spaventosa prova difensiva, T-wolves tenuti a soli 71 punti, che conferma come Memphis sia uscita dalla piccola crisi di inizio stagione riprendendosi il posto che le spetta nella Western Conference. Vincono anche i Miami Heat sui Wizards, nonostante i 68 punti del duo Beal/Wall, ed i Magic sui Mavericks.
Boston Celtics – Detroit Pistons (94-92)
Il rientro di Horford porta nuova linfa nella squadra di Brad Stevens, che senza il centro dominicano aveva faticato nelle ultime partite. Contro i Pistons, Stevens, con una panchina corta a causa degli infortuni, schiera i suoi uomini in maniera speculare a quella di Van Gundy, 4 esterni e un centro. Non a caso la partita è sempre tesa con le squadre che si rincorrono superandosi a vicenda fino all’ultimo guizzo dell’ex Hawks, ,migliore in campo con 18 punti 11 rimbalzi 5 assist 2 recuperi e 3 stoppate. Per i Celtics belle prestazioni del solito Thomas, 24 punti 8 assist e rimbalzi, e del giovane Smart, che gioca una magistrale partita difensiva nell’insolito ruolo di ala piccola. Per i Pistons invece gioca una bella partita Marcus Morris, 24 punti con il 62% dal campo ed il 57% da 3, mentre Andre Drummond, nonostante i 20 punti e i 17 rimbalzi, perde il duello con Horford, anni luce avanti dal punto di vista tecnico.
Phoenix Suns – Philadelphia 76ers (105-120)
Joel Embiid, basta questo nome per sintetizzare la vittoria di stanotte dei Sixers. “the Process” ha avuto un’ impatto spaventoso sulla lega, basti pensare che anche stanotte è andato per l’ennesima volta sopra i 20 punti giocando la miseria di 20 minuti ed in stagione viaggia a 18 di media. Sui 36 minuti avrebbe statiche letteralmente imbarazzanti per qualsiasi giocatore, figuriamoci di un rookie che non giocava una partita ufficiale da quasi 3 anni. Stanotte, coadiuvato da una bella prestazione di squadra, ha dimostrato per l’ennesima volta che se resta sano il futuro è tutto nelle sue enormi e dolci mani.
Charlotte Hornets – New Orleans Pelicans (116-121)
Era dalla gara 6 della celebre serie di play off tra Spurs e Clippers del 2015 che Marco Belinelli non giocava una partita del genere. Allora furono 23 punti con 6/8 da 3, oggi sono 22 con il 77% da oltre l’arco, merito di un bellissimo 7/9. E come allora la sua prestazione non basta per portare la vittoria alla sua squadra vista l’immeritata sconfitta subita da Charlotte per mano di un super Anthony Davis. La squadra del South Carolina gioca la solita bella partita di squadra, mandando 6 giocatori in doppia cifra, ma nulla può davanti al numero 23 dei Pelicans che mette segno 38 punti e 16 rimbalzi portando Nola alla seconda vittori consecutiva. Il merito delle due vittorie, però, va condiviso con il rientrante Jrue Holiday, che dopo problemi familiari, è tornato alla grande e stanotte, in uscita dalla panchina, è stato decisivo con i suoi 22 punti e 9 assist. La stagione dei Pelicans, nonostante il pessimo inizio, non è del tutto compromessa e se Holiday resta sano prepariamoci ad un’altra contendente ai playoff nel selvaggio ovest.
Chicago Bulls – Los Angeles Clippers (95-102)
In quello che deve l’ultimo anno insieme, dopo tutte le tensioni della scorsa stagione, i Clippers hanno deciso di diventare una squadra. Nelle precedenti stagioni non si era mai vista l’armonia e la serenità che sta circondando la squadra in questo inizio di stagione, segnale che forse Paul e compagni hanno deciso di dimostrare al mondo intero tutto il loro potenziale. I Clippers adesso non sono più una squadra divertente e basta, ma sono una squadra di elitè che tutti temono, una squadra che riesce a rialzarsi anche in situazioni difficili come stanotte contro i Bulls dopo il pessimo primo quarto. Simbolo di questa evoluzione è senza dubbio Chris Paul, che sta giocando il miglior basket della carriera e che non a caso è primo nel Power Ranking per l’MVP davanti a Westbrook Harden e Durant. Ovviamente ancora è troppo presto e tutti conoscono la storia dei Clippers, ma mai come quest’anno si ha la sensazione che la squadra di Doc Rivers possa giocarsela realmente con chiunque.
Golden State Warriors – Milwaukee Bucks (124-121)
“Fortuna che giocano nell’altra Conference” deve essere stato il pensiero di Steve Kerr alla fine della partita visto che sotto la sua gestione i Warriors hanno sempre dovuto sudare sette camicie per battere la squadra di Jason Kidd. Stanotte la franchigia del Wisconsin ha giocato, inaspettatamente, la miglior partita di questa stagione, guidata come al solito dai suoi gioielli Giannis Antetokounmpo, 30 punti e 6 assist, e Jabari Paker, 28 punti 5 assist 5 rimbalzi. I californiani vengono presi alla sprovvista dalla partenza sprint dei cervi che chiudono il primo quarto in vantaggio prima di essere sommersi dai canestri dei Big Four, che si presentano all’inizio del quarto quarto in vantaggio di 13 punti. Qui, però, Jason Kidd deve aver trasmesso il suo carisma ai giocatori che entrano in campo e cercano in tutti modi una clamorosa rimonta guidati da Parker, che si concretizza in un nulla di fatto dato che viene annulata nel finale dalle triple di Thompson, 29punti per lui, e Curry, 20 punti. Top scorer del match Kevin Durant con 33 punti.