Altro giro, altra corsa, altro regalo. I Charlotte Hornets di Kemba Walker, 34 punti, vincono per la quarta volta di fila e consolidano la quarta posizione a est. Merito anche di una splendida prestazione corale e di 38 punti in uscita dalla panchina. Il break di 12-0 che, dal 73-72 T-Wolves, regala la tranquillità a Buzz City, arriva sul finire del terzo quarto. E’ poi un gioco da ragazzi amministrare il vantaggio per gli uomini di Steve Clifford. Da segnalare la prestazione del trio Wiggins-Towns-LaVine, marcatori dei 73 punti su 103.
Non è serata per San Antonio Spurs e Cleveland Cavaliers. I Memphis Grizzlies, senza Conley, Barnes, Randolph e Andersen, sbancano la Quickens Loans Arena giocando in otto una pallacanestro sublime, dominando dal primo all’ultimo minuto grazie alla preziosa collaborazione di un Tony Allen da 24 punti e 5 rubate e un Vince Carter d’annata a segno con 15 punti in 25 minuti. I Cavs vanno avanti per la prima, e unica volta nella partita, a 2’38” dalla fine grazie al layup di Kirye Irving che vale il 98-97, ma una volta ottenuto il vantaggio si incartano e iniziano a sbagliare di tutto, consentendo agli avversari di chiudere praticamente solo dalla lunetta (5/6 nell’ultimo minuto) una delle pratiche più importanti della stagione. Lebron James, con 28 punti, dopo il sorpasso ai danni di Tim Duncan si piazza davanti anche a Havlicek per diventare il tredicesimo scorer della storia NBA.
Ettore Messina è l’head coach (per questa e la prossima partita) dei texani che cadono ad Indiana per mano di Monta Ellis e Paul George, che combinano 49 punti e prendono il controllo della partita già dopo i primi dodici minuti. I nero-argento segnano appena 13 punti e i Pacers non si lasciano scappare l’occasione, volando sul 25-13 prima e sul 45-32 a fine primo tempo. Ma l’orgoglio dei campioni esce fuori, così Tony Parker, LaMarcus Aldrdige e Kawhi Leonard fanno partire una difficile rimonta che porta i nero-argento sul -3 (89-92) a 26” dalla fine. Ellis, però, da bravo uomo partita penetra senza paura in area e con uno splendido floater chiude i giochi e consegna ai suoi una vittoria sorprendente ed importante.
I Chicago Bulls ritornano a vedere la luce del sole e vincono un vitale scontro diretto contro i Milwaukee Bucks, ma devono ancora combattere con i problemi alle ginocchia di Jimmy Butler. L’altro scontro diretto della nottata, quello tra Anthony Davis e DeMarcus Cousins, viene vinto solo a metà da “Boogie” (40 punti, 16 rimbalzi, 4 assist, 4 rubate) che a discapito di numeri enormi non riesce a trascinare i suoi alla vittoria finale. Il “monociglio” ne fa 31 e cattura 10 rimbalzi, guida i suoi ad una splendida rimonta (66-80 sul finire del terzo quarto) e si fa aiutare da Cunningham e Cole nell’ultimo minuto (7 punti in 32”) per la ventiquattresima vittoria stagionale. I Los Angeles Clippers vincono facilmente a Dallas grazie ad un secondo tempo da 59-38 e ai 72 del solito nucleo Paul-Redick-Jordan.
I Golden State Warriors, dopo la pesante sconfitta allo Staples Center contro i Lakers, riscrivono la storia del basket vincendo la 45/ma partita consecutiva tra le mura amiche, superando così i Chicago Bulls 95/96 fermi a quota 44 e portando il bottino stagionale a 56 vittorie e 6 sconfitte. Ma non è l’unico record della notte per i detentori dell’anello, che già dopo il primo quarto sono avanti 35-21. Stephen Curry, dopo l’opaca prestazione a Hollywood, si è rifatto con 41 punti e 13 assist, diventando anche il primo giocatore della storia a segnare 300 triple in una singola stagione. Numeri da capogiro se si considera che mancano ancora 20 partite alla fine della regular season.
I risultati della notte
Minnesota Timberwolves-Charlotte Hornets 103-108
Memphis Grizzlies-Cleveland Cavaliers 106-103
San Antonio Spurs-Indiana Pacers 91-99
Milwaukee Bucks-Chicago Bulls 90-100
Sacramento Kings-New Orleans Pelicans 112-115
Los Angeles Clippers-Dallas Mavericks 109-90
Orlando Magic-Golden State Warriors 113-119