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Solo cinque le partite per un giovedì notte NBA che promette spettacolo e – a conti fatti – non delude le aspettative. È arrivato infatti uno dei momenti più attesi di inizio stagione, con il primo incontro tra Kevin Durant e i suoi ex compagni degli Oklahoma City Thunder, dopo la di lui dipartita verso altri lidi – per cercare di conquistare con i Golden State Warriors quell’anello finora solamente sfiorato – e le relative critiche che per tutta l’estate gli sono piovute addosso in seguito alla decisione presa. A sorridere – almeno per questa volta – è proprio KD, che con una prestazione da 39 punti trascina gli Warriors alla prima vittoria casalinga in stagione. Segnali inequivocabilmente positivi per i Dubs (quanto potenzialmente terrificanti per i loro avversari), che sembrano aver già raggiunto un notevole affiatamento e che nei minuti in cui schierano sul parquet il famigerato Death Lineup (nella sua versione 2.0) dimostrano cenni di quell’onnipotenza cestistica da tanti pronosticata.
Caduti i Thunder alla Oracle Arena, una sola squadra mantiene ancora l’imbattibilità: si tratta ovviamente dei Cleveland Cavaliers, che contro i Boston Celtics firmano la quinta vittoria stagionale e incrementano il proprio margine sui rivali nella Eastern Conference; risulta davvero difficile, al momento, immaginare che qualcuno possa mettere in discussione in qualche modo il dominio dei Campioni a Est. Seconda vittoria consecutiva per gli Orlando Magic, che dinanzi al proprio pubblico superano i Sacramento Kings, mentre sempre a Est i Milwaukee Bucks infliggono agli Indiana Pacers la terza sconfitta in cinque gare. A Ovest, invece, gioiscono anche i Denver Nuggets di Danilo Gallinari, che ottengono un’importante vittoria in casa dei Minnesota Timberwolves.
Orlando Magic – Sacramento Kings 102-94
L’attesa che circondava a inizio stagione gli Orlando Magic del nuovo coach Frank Vogel sembra finalmente ripagata. Dopo aver esordito con tre sconfitte e ottenuto in casa dei Philadelphia 76ers il primo successo stagionale, i Magic vincono anche davanti ai propri tifosi. I Sacramento Kings, per la verità, partono forte e concludono in vantaggio il primo quarto; ma già nel secondo i padroni di casa riprendono in mano la gara e gestiscono il margine sino alla fine. Da segnalare per i Magic la prova maiuscola di Evan Fournier, il quale mette a referto 29 punti, ma anche di Aaron Gordon (doppia doppia da 13 punti e 10 rimbalzi) e Nikola Vucevic (doppia doppia solamente sfiorata per lui, con 10 punti, 9 rimbalzi). Tra i Kings, losing effort ragguardevole per DeMarcus Cousins (33 punti e 7 rimbalzi) e per Rudy Gay (16 i punti a referto per l’ala ex Raptor).
Milwaukee Bucks – Indiana Pacers 125-107
Terza vittoria stagionale su cinque partite per i Milwaukee Bucks, che iniziano a lanciare segnali interessanti a tutta la lega. A distinguersi contro i Pacers sono in particolare i due maggiori prospetti a disposizione di Jason Kidd, ovverosia Jabari Parker, che mette assieme 27 punti e 8 rimbalzi, ma soprattutto Giannis Antetokoumpo; 27 punti, 9 assist e 7 rimbalzi (oltre a 2 stoppate) sono i numeri che caratterizzano la serata di “The Greek Freak”, sempre più trascinatore dei Bucks e tra le maggiori stelle in ascesa dell’intero panorama NBA. Ai Pacers non è sufficiente un Paul George da 23 punti e 4 rimbalzi (specie se a ciò accompagna 6 palle perse, come in questo caso).
Minnesota Timberwolves – Denver Nuggets 99-102
Un esito diverso si attendeva forse da questa sfida, che per i T’Wolves seguiva la passeggiata di salute di due giorni fa su dei derelitti Memphis Grizzlies. Invece la squadra di coach Thibodeau si fa sorprendere dai Denver Nuggets, trascinati come spesso avviene da un Danilo Gallinari sempre più leader; il “Gallo” chiude con 19 punti, 5 rimbalzi e 2 assist, ma un importante contributo arriva anche in post basso da parte di Jusuf Nurkic (18 punti e 5 rimbalzi per il giovane centro bosniaco). Inutile per Minnesota la doppia doppia da 32 punti e 14 rimbalzi realizzata da Karl-Anthony Towns, che non riesce a evitare alla sua squadra la terza sconfitta in quattro partite. Denver, per contro, dopo altrettante gare viaggia su una percentuale del 50%, che la vede per il momento in ottava posizione nella Western Conference; un piazzamento che, a fine stagione, consentirebbe alla franchigia del Colorado di tornare a disputare i playoffs dopo tre anni di assenza.
Cleveland Cavaliers – Boston Celtics 128-122
Nel match di spicco della serata per la Eastern Conference, i Boston Celtics – reduci dalla vittoria contro i Chicago Bulls sul parquet incrociato del TD Garden – si presentano in back-to-back alla Quicken Loans Arena, dove ad attenderli sono i campioni in carica. I Cavs mettono le cose in chiaro fin dal primo quarto, con un LeBron James che quest’anno pare aver approcciato diversamente una regular season spesso da lui affrontata in maniera più blanda; 30 punti, 12 assist e 7 rimbalzi nei numeri della sua partita. A offrirgli il consueto supporto sono – tra gli altri – un Kyrie Irving da 23 punti e 6 assist, ma soprattutto un Kevin Love da 26 e 8 rimbalzi. Per i Celtics – che devono fare i conti con l’assenza di Al Horford (il centro ex Atlanta è ai box per un infortunio rimediato in allenamento) – sono soprattutto un Isaiah Thomas autore di 30 punti e un Avery Bradley da 26 e 10 rimbalzi a rendere meno amara la sconfitta dei biancoverdi.
Golden State Warriors Oklahoma City Thunder 122-96
Sfida più attesa della serata – e, tutto considerato, dell’intera prima parte della nuova regular season NBA – è il big match della Oracle Arena che vede contrapposti Oklahoma City Thunder e Golden State Warriors. Questi ultimi ancora a caccia della prima vittoria davanti al proprio pubblico, dopo la sconfitta dell’esordio e le tre vittorie on the road; i Thunder si presentano imbattuti, ma in back-to-back, dopo la vittoria del giorno prima allo Staples Center contro i Clippers. Le due squadre si ritrovano dopo le spettacolari Western Conference Finals 2016, che videro i Warriors rimontare da uno svantaggio di 1-3 e chiudere trionfalmente la serie (per volare poi ad affrontare i Cavs alle NBA Finals e subire il medesimo destino); ma, soprattutto, dopo che Kevin Durant ha lasciato in estate l’Oklahoma per accasarsi sulla Baia. E proprio KD è il trascinatore dei Warriors che, dopo aver concluso il primo quarto sotto di una lunghezza, nel secondo annichiliscono i Thunder con un perentorio parziale di 37-11. Golden State incrementa poi di altri tre punti nel terzo periodo, chiudendo di fatto la contesa e riservando il quarto conclusivo agli affezionati del garbage time. Contro i suoi ex scudieri, Durant offre una super prestazione da 39 punti, 7 rimbalzi e 1 assist, mentre Steph Curry “si accontenta” di lasciare le luci della ribalta al nuovo compagno di squadra e chiude con 21 punti e 7 assist. Contro questi Warriors, nulla può neppure Russell Westbrook, che realizza comunque una doppia doppia da 20 punti, 10 assist e 6 rimbalzi.