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I Cleveland Cavaliers sono i campioni Nba. Battuti i Golden State Warriors in gara-7 con il punteggio di 93-89 e serie finale vinta con il parziale di 4-3. LeBron Raymone James si aggiudica il titolo di miglior giocatore delle “Finals”, al netto di una prova, di una tripla doppia da 27 punti, 11 rimbalzi ed 11 assist. Era dal 2013 che non si scendeva in campo per una gara #7 ed è la Oracle Arena di Oakland ad aprire le sue porte ad uno degli spettacoli sportivi più belli del mondo, mancanti dal confronto tra i San Antonio Spurs ed i Miami Heat di LeBron James, nella notte, allo stesso modo e con gli stessi obiettivi sul parquet. Diciannovesima volta che due squadre della National Basketball Association si giocano la vittoria finale in un match decisivo, quindici i successi per le squadre casalinghe ed ultimo successo esterno risalente all’epoca dei Washington Bullets, capaci di battere nel 1978 i Seattle Supersonics.
610 punti realizzati per i Cavs, 610 quelli realizzati dai Warriors e nessuna gara terminata con meno di 11 punti di scarto, lo spettacolo è servito. Era il 27 Dicembre 1964 quando i Browns di Cleveland vinsero il titolo NFL, ma il resto da questa notte è storia.
Una partita di grande bellezza e per cuori deboli. Equilibrio, parziali e contro parziali, decisa solo nell’ultimo giro di lancette d’orologio da una tripla pazzesca di Kyre Irving e da un tiro libero di LeBron James. Le Lacrime del figlio di Cleveland, dell’uomo dell’Ohio, della superstar dei Cavs in maglia #23 l’epilogo romantico del match.
27 punti, 11 rimbalzi, 11 assist il bottino finale (vale la pena ancora una volta ricordarlo) di James che è parso in ogni singolo minuto di questo ultimo scontro, un uomo in missione. Una missione per cui era tornato nella sua terra, nella “Land” che aveva bisogno del suo prodigio per vincere, e così è stato. Terzo anello per il ragazzo di Akron, terzo titolo (dopo quelli con i Miami Heat nel 2012 e nel 2013) da porre in bacheca. Onore ai vinti, i Golden State Warriors, che da campioni in carica e sul loro parquet cedono lo scettro dei vincitori agli avversari, chiudendo una stagione storica coronata dallo storico numero di vittorie ma anche con un record negativo e sinistro: unica squadra a farsi rimontare in una serie finale con un vantaggio di 3-1 all’attivo. Non basta una pazzesca prova di Green da 32 punti (15 rimbalzi e 9 assist) alla squadra di Steve Kerr che non trova il suo miglior Curry (17 punti) ed il miglior Thompson (14 punti). Nella testa dell’altro figlio di Akron (Stephen Curry) resteranno queste finali, giocati non al massimo delle condizioni fisiche e mentali, ma spesso capita che vinca la squadra più forte, altre quella con le motivazioni più forti. E quelle di LeBron Raymone James sono sembrate davvero essere implacabili. Un giocatore venuto da un futuro lontano e che forse rimarrà sempre sconosciuto per riscrivere cifre e storia della pallacanestro, spazzando via con una crescita imponente sterili e banali polemiche e futili farfuglii di quelli soliti farsi chiamare “haters (z)” (coloro che odiano). Vince il titolo un pazzesco Kyre Irving, lo vince Jr Smith e Kevin Love. Lo vince anche Tristan Thompson, Matthew DellaVedova ed anche James Jones, lui però per la terza volta (le prime due con Miami nel 2012-2013). Si aggiudica il suo primo anello anche Mo Williams, tornato a Cleveland dopo le finali perse con i San Antonio Spurs.
Si fermano ora le danze, largo ai festeggiamenti in casa Cavs e poi sarà tempo di Olimpiadi e di estate di mercato, con Kevin Durant ad essere il pezzo pregiato che le squadre della lega cercheranno di firmare.
GOLDEN STATE WARRIORS – CLEVELAND CAVALIERS 89-93 (3-4)
CAVS: James 27 (11 ass, 11 reb), Thompson 9, Irving 26
WARRIORS: Green 32 (15 reb, 9 ast), Curry 17, Thompson 14