All’ultimo respiro. In una notte di ordinaria follia è successo davvero di tutto, tra conferme e straordinaria sorprese. Dalla vittoria di un lungo di 2.11 nello Skills Challenge, a Klay Thompson che batte Stephen Curry nella gara da tre punti, fino all’incredibile gara delle schiacciate vinta dal detentore in carica, Zach LaVine, su un Aaron Gordon da cineteca.
E’ successo di tutto a dispetto di pronostici, azzardi e commenti negativi. Perché abbiamo assistito ad uno degli All-Star Saturday più belli di sempre. Perché quando Karl-Anthony Towns, il rookie dei T-Wolves, batte Draymond Green e Isaiah Thomas per aggiudicarsi lo Skills Challenge, qualcosa di meraviglioso è già successo. Un classe ’95 che, alla prima presenza in un All-Star Game, vince un contest notoriamente più adatto alle guards dà la sensazione di un mezzo miracolo, un fortissimo segnale di completezza e maturità da parte di un giocatore che, già quest’anno, ha in mano le chiavi della franchigia insieme ad Andrew Wiggins. Ma questo, naturalmente, è un altro discorso che va al di là della spettacolare prova offerta nella seconda notte delle stelle a Toronto. La prima di una lunga serie.
Il Three-Point Contest è stato vinto a sorpresa da Klay Thompson, che in una finale al cardiopalma contro Stephen Curry e Devin Booker ne ha fatti 27 per aggiudicarsi il trofeo. Klay fa 22, Il #30 fatica ad entrare in ritmo già dalla prima manche, dalla quale esce indenne con un po’ di fortuna con 21 punti, appena uno in più rispetto a Devin Booker, James Harden e J.J. Redick, costretti ad una manche aggiuntiva per centrare la finale. Il prodotto dei Kentucky Wildcats vince lo spareggio, ma fa solo 16 nella finale contro gli Splash Brothers. Curry si ferma a 23, l’ultimo carrello di Thompson è da capogiro.
E’ tornato. Lo Slam-Dunk Contest è tornato. Le edizioni degli ultimi anni avevano fatto storcere il naso ai neofiti e ai navigati, agli appassionati dell’ultima ora ed anche ai puristi. Ma la competizione di quest’anno ha messo d’accordo tutti: Zach LaVine e Aaron Gordon hanno dato vita ad uno spettacolo senza precedenti. Il bis della shooting guard di Minnesota, nella normalità, non avrebbe sorpreso più di tanto se non fosse che il Magic ha tirato fuori dal cilindro almeno due magie che in qualsiasi altra edizione gli avrebbero regalato il trofeo. La straordinaria giuria composta da Magic-Gervin-Shaq-McGrady-Mutombo ha avuto bisogno di quattro round per decretare il vincitore, premiato presumibilmente per l’originalità finale. Si sono ben comportati anche Andre Drummond e Will Barton, che a causa degli altri due marziani volanti non sono riusciti a ritagliarsi il merito spazio.
Ha vinto lo spettacolo, dopo tanto tempo, non solo il contorno. Ha vinto la voglia di divertirsi, ha vinto lo sport, ha vinto l’agonismo, ha vinto la correttezza. Hanno vinto i partecipanti e gli spettatori, perchè non è stata una mera esibizione senza fine alcuno, è stata la miglior pubblicità che una Lega continuamente a caccia di consensi aveva bisogno di ritrovare. This is why we play, definitily.