“Andavo alle Olimpiadi con la seconda miglior prestazione al mondo. Prima della gara avevo stabilito con il mio allenatore che, una volta avuta la medaglia in tasca, non ci saremmo accontentati dell’argento. E così abbiamo puntato all’oro”. Antonino Pizzolato, 25enne di Castelvetrano, ha ricordato così il bronzo conquistato alle Olimpiadi nel sollevamento pesi (cat. 81 kg). “Ci abbiamo creduto fino alla fine, abbiamo sfiorato il primo posto e questo fuoco ancora arde dentro – le sue parole dal Salone d’Onore del Coni, dove e’ andata in scena una vera e propria festa per celebrare i risultati della FIPE in Giappone – Non tutti avrebbero scelto di tentare per l’oro sacrificando sicuramente l’argento, che a quel punto era forse piu’ facile da raggiungere. Ho rischiato, ma esco da Tokyo senza alcun rimpianto. Mi servira’ come stimolo per fare ancora meglio nei prossimi eventi”.
Prende poi la parola Mirko Zanni, anche lui bronzo a Tokyo (nella categoria 67 kg): “Non ho dormito per una settimana dopo la medaglia. Sono rimasto fino alle 6 di mattina a leggere i messaggi e i commenti sui social. Quando ho capito di aver compiuto un’impresa? Solo nel momento in cui sono salito sul podio. La strada è ancora lunga, ce la metterò tutta per confermare questi risultati in futuro. Il bronzo è solo un punto di partenza”.
E poi, c’è Giorgia Bordignon che ancora non ci crede. La prima donna a salire sul podio olimpico nel sollevamento pesi (argento nei 64 kg) ha descritto così le emozioni vissute a Tokyo nella sua notte magica: “I ricordi sono sbiaditi, perché stavo sognando. Ho realizzato giorni dopo che la medaglia l’avevo conquistata proprio io. Ce l’avevo in mano, ma forse non ci credevo. Quando mi hanno detto che ero arrivata seconda sono rimasta sconvolta. Non pensavo di poter conquistare una medaglia, è stato incredibile”.