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“Non vado in panchina da nove mesi, non ricordo da quanto non analizzo una gara. Ho pensato: o mi rincoglionisco oppure dopo anni la mia testa si riposa e mi viene in mente una genialata“. Così il ct della nazionale azzurra di pallanuoto, Sandro Campagna ha parlato ai microfoni del Corriere dello Sport. Per la gioia del tecnico infatti ripartono i campionati ormai fermi da marzo: “Il nostro sport è stato invisibile e forse la colpa è anche un po’ nostra. Questo periodo ha evidenziato le nostre fragilità e sappiamo che ci dobbiamo organizzare meglio. Quando si diceva che perdevamo terreno nei confronti degli altri sport era vero – sottolinea Campagna che ha firmato il manifesto di Berruto – Voglio far sentire anche io la mia voce. In Italia non si considera importante lo sport, perché lo si guarda quando si vincono le medaglie. Oppure conta solo il calcio, forse il basket”.
Campagna rincara poi la dose: ” Qualche anno fa l’avevo detto: senza il sostentamento delle sponsorizzazioni e’ un problema. Da anni i soldi sono sempre meno. Il credito d’imposta è necessario per salvare il movimento”. Per quanto riguarda il lavoro da ct il tecnico dice: “Il mio programma era incastrato in un sistema che non funziona. Con le convocazioni rischi contagi, lockdown, quarantene. Preferisco che si allenino e giochino. Per questo è importantissimo ripartire”. In conclusione Campagna ammette: “La prima volta avevo affrontato tutto con maggiore vigoria, adesso c’è un po’ di stanchezza. Ho imparato ad avere più pazienza. Mi sono battuto per proteggere il mio sport, a settembre, con le riunioni, le nottate, per cercare una nuova formula, i protocolli. Abbiamo lavorato duramente. Ora aspetto il mio turno per la rivalsa”.
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