Spesso sono i numeri a dare le dimensioni di un’impresa: la nazionale azzurra di pallamano ha vinto solamente quattro vittorie nella sua storia ai Mondiali e tre di queste le ha ottenute nell’edizione in corso contro Tunisia, Algeria e Repubblica Ceca, a ventotto anni di distanza dall’ultima e unica partecipazione. Era il 1997, quando gli azzurri superarono l’Argentina a Kumamoto. Oggi le ambizioni sono cambiate e lo step in più che la nazionale di Riccardo Trillini vuole fare è la qualificazione ai quarti di finale. Davanti però, alle 18:00 di domani, ci sarà la Germania, nazionale vicecampione olimpica, che parte naturalmente favorita in un match di Main Round che è già decisiva.
UNA GARA DA DENTRO O FUORI
Un passo indietro. E una doverosa premessa: Prantner e compagni hanno già scritto la storia della pallamano azzurra. Lo hanno fatto battendo Tunisia e Algeria nella fase preliminare, che ha permesso agli azzurri di staccare il pass per il Main Round, che coinvolge le prime tre di ciascun girone, tenendo conto di un tabellone già definito: le prime tre del Gruppo B, quello dell’Italia, contro le prime tre del Gruppo A, quello con Svizzera, Repubblica Ceca e appunto Germania. Il problema è che ogni squadra si è qualificata al Main Round portando con sé i punti conquistati con le avversarie a loro volta qualificate. Tradotto: l’Italia, che ha battuto la Tunisia ma non la Danimarca, è entrata al turno successivo con due punti, che ora sono diventati quattro grazie al successo sulla Repubblica Ceca (18-25). Ai quarti di finale vanno due squadre. Al momento davanti all’Italia c’è la Danimarca (6 punti con una differenza reti di +40), mentre la Germania ne ha quattro come l’Italia. Più indietro Svizzera (3), Repubblica Ceca (1) e Tunisia (0). Chi vince, tra Italia e Germania, si qualifica. Domani mattina Riccardo Trillini ufficializzerà la lista dei 16 convocati, ma non sono attese novità di formazione dopo l’ottima prestazione contro i cechi. Sarà il sesto confronto di sempre tra Italia e Germania: l’unico ufficiale risale a EURO 1998 e in quel caso furono i tedeschi a vincere a Bolzano (26-18). Precedenti positivi per la Germania anche nelle altre quattro amichevoli.
IL MOMENTO DEGLI AVVERSARI
La nazionale di Alfred GÃslason (vincitore di tre Champions League con Magdeburg e Kiel) è un animale ferito. Nello scorso turno ha perso 40-30 contro la Danimarca, rivivendo l’incubo dello Stadio Pierre Mauroy, quando furono tredici i punti di differenza nella finale olimpica che sorrise agli scandinavi. La voglia di riscatto della nazionale tedesca sarà un pericolo in più per gli azzurri, oltre naturalmente alle qualità dei singoli. A partire dalla porta, dove Andreas Wolff ha collezionato 37 parate con una percentuale del 37%. Davanti le frecce sono tante. Occhi puntati naturalmente sulla stella Juri Knorr, autore di sei gol della sfortunata finale a cinque cerchi lo scorso luglio, oltre a Renars Uscins che alle Olimpiadi fu top scorer della Germania in cinque gare su sette. La capacità realizzativa della Germania è nota, ma qualche crepa contro la Danimarca si è vista. Prima dell’intervallo la nazionale tedesca ha subìto 24 gol, il numero più alto di reti incassate nei primi trenta minuti della sua storia ai Mondiali, quattro in più rispetto a quelle subite contro la Croazia nel 2003. Anche questi sono numeri che possono raccontare una storia. Diversa, ma già bellissima per una nazionale che non vuole porsi limiti.