Dall’inviato a Doha
Luigi Carraro, presidente della Federazione Internazionale Padel è arrivato a Doha per assistere al Qatar Major, primo evento della storia di Premier Padel. “Questo circuito è della comunità mondiale di questa disciplina, il padel è il suo unico padrone. In un periodo di privatizzazione dello sport, noi lo abbiamo reso pubblico – spiega il numero uno del padel, intervistato da Sportface -. L’entusiasmo dei giocatori è la soddisfazione più grande per noi ed è uno stimolo per spingerci a fare meglio”. In questa e nella prossima stagione, il nuovo tour avrà 10 tappe, obbligatorio l’interrogativo sui prossimi appuntamenti: “Essendo limitati sulla quantità di tornei, punteremo sulla qualità. Ogni manifestazione dovrà lasciare un segno e per questo annunceremo i prossimi tornei in maniera importante, stiamo lavorando su un pacchetto. Naturalmente noi abbiamo deciso ed i giocatori anche sanno dove si giocherà”.
La possibilità di giocare un evento in Italia ha preso piede sin dalla fondazione del circuito e nelle ultime settimane la voce si è fatta sempre più insistente. Il presidente Carraro non si sbottona, ma dà un importante indizio: “L’Italia è il paese dove il padel è cresciuto di più negli ultimi anni. A livello di sviluppo e di promozione, sia a livello agonistico che amatoriale sono stati fatti passi da gigante. Quindi posso dire che una nazione così non può non essere protagonista di un tour come questo: gli appassionati italiani avranno una bella sorpresa”. La strutturazione di tornei e ranking Premier Padel, riporterà di conseguenza ad una rivisitazione del Cupra FIP Tour: “Ci sarà un’unica classifica ufficiale composta dai due circuiti. Premier Padel avrà tre tipi di tornei: i major, I P1 paragonabili a dei Masters 1000 e i P2 paragonabili a degli ATP 500. Nel Cupra FIP Tour invece aggiungeremo una categoria, che annunceremo nelle prossime settimane. Daremo la chance a tutti i giocatori del mondo di provare ad entrare in classifica, quest’anno sono previste 120 tappe FIP in 40 paesi”. Le prime due stagioni di Premier Padel saranno formate da 4 major e 6 P1, ha spiegato il presidente che già sogna il 2024: “Ogni torneo dovrà essere un’eccellenza come ho detto perché parliamo di quelli che nel tennis sarebbero Slam e Masters 1000. La Spagna rimarrà un paese fondamentale, ma ci apriremo anche al resto del mondo. Ci saranno nazioni in crescita come Italia, Francia e Svezia. Poi abbiamo richieste da tutto il mondo, ma solo dal 2024 potremo soddisfarne tante”.
Un’esposizione mediatica importante ed una produzione televisiva inedita per il padel, portano anche i giocatori a doversi adattare ad un nuovo palcoscenico. L’obbligo del minuto e mezzo di cambio campo sul centrale (per obblighi pubblicitari, ndr) e i tempi di attesa dovuti a grafiche ed animazioni del campo infatti hanno spezzato il ritmo a diversi atleti. “Sicuramente si può lavorare su questo ed i giocatori dovranno abituarsi – spiega Carraro -. In generale abbiamo la fortuna di essere un movimento giovane e possiamo prendere dagli sport cugini le cose positive, correggendo quelle che non vanno. In due mesi abbiamo costruito tutto questo e la riuscita dell’evento ci motiva: i giocatori e gli appassionati meritano questo”. Con la vendita dei diritti televisivi a ESPN, Sky Sport, Bein Sport ed altri tra i maggiori broadcaster del globo, Premier Padel ha subito compiuto un passo importante, anche perché gli accordi sono stati presi con l’aiuto di Qatar Sports Investments (QSI): “Questo circuito nasce da tre entità: FIP, associazione giocatori e QSI. Questi ultimi sono il miglior partner commerciale che potessimo avere. Nasser Al Khelaifi può fare scuola a tutti dato che ha raddoppiato gli introiti della vendita dei diritti della Champions League. Inoltre dal punto di vista istituzionale c’è grande interesse verso gli atleti e le istituzioni stesse: quindi sul piano dei diritti televisivi siamo ben coperti. Poi abbiamo scelto di trasmettere ogni campo, come fatto al Mondiale. Per noi è fondamentale e stiamo avendo un riscontro importante”. In chiusura anche spazio al sogno Olimpiade, che passa anche da questo circuito: “Si sono iscritti atleti da 19 nazioni, poi dopo il taglio ne abbiamo avuto 13 nei tabelloni. Un progetto come questo sicuramente dà una spinta anche al sogno olimpico del padel e non dimentichiamo che già l’anno prossimo faremo parte dei Giochi Europei di Cracovia”.