Ci siamo. Mancano poco all’inizio delle attesissime Olimpiadi di Tokyo. Molti tennisti sono già nella capitale giapponese, pronti all’inizio di uno degli eventi di maggior risonanza. Nonostante i tanti forfait (mancheranno ben dodici top 25 in campo maschile, in primis Nadal, Federer e Thiem) lo spettacolo è garantito all’Ariake Tennis Park, l’impianto dove avrà luogo il torneo.
Sui campi della struttura giapponese il grandissimo favorito nella rassegna maschile è ovviamente il “cannibale” Novak Djokovic. Il numero 1 del mondo punta con grande veemenza al Golden Slam e a riscrivere per l’ennesima volta la storia di questo sport. La superiorità del fuoriclasse di Belgrado è apparsa quasi denigrante per il resto della concorrenza nei tre Major giocati. Anche Nadal nella “sua” Parigi si è dovuto arrendere alla superiorità dell’eterno rivale sulla lunga distanza. Altresì è vero che alle Olimpiadi giapponesi non sono previsti i tre set su cinque, nemmeno in finale, e ciò potrebbe rendere la competizione più frizzante del previsto. A questo bisogna aggiungere lo storico non così esaltante di Nole nelle precedenti edizioni dei Giochi Olimpici. Il suo miglior risultato è infatti il bronzo a Pechino nel 2008. Superò James Blake nella “finalina” dopo aver perso una delle tante battaglie con Rafa. Questi aspetti appena citati suggeriscono perciò maggiore prudenza rispetto al recente Wimbledon, in cui era difficile pensare ad un vincitore diverso dal serbo. Quest’ultimo, in particolare, nella caccia all’oro deve fare molta attenzione al russo Daniil Medvedev.
Il numero 2 del mondo non sta vivendo un momento esaltante. Sia nella stagione su terra che in quella erbivora non ha confermato quanto fatto vedere in gran parte dell’inizio stagione. A Wimbledon ha concluso male il suo match con il polacco Hurkacz ed è solamente sesto nella Race to Turin. Le condizioni presenti nel torneo olimpico potrebbero essere tuttavia fonte di riscatto per il 25enne moscovita. Il suo tennis molto lineare con colpi molto fluidi e precisi si esprime al massimo sul cemento. Un esempio pratico? Le ATP Finals dello scorso anno. Il finalista degli Australian Open sbaragliò la concorrenza mostrando appieno le proprie peculiarità. In particolare fu impressionante il match di Round Robin contro Djokovic. Per una delle poche volte nell’ultimo decennio il campionissimo di Belgrado è apparso impotente davanti alla superiorità di un avversario. Il russo toglie il tempo e costringe a giocare sempre in apnea. Questo è probabilmente il modo principale per battere il dominatore del ranking ed è perciò che è giusto reputarlo il vero “contender” al gradino più alto del podio, nonostante una fiducia nei propri mezzi, come già detto, tutta da ritrovare.
Nelle quotazioni all’oro, poco sotto Medvedev, è giusto collocare allo stesso livello Stefanos Tsitsipas e A
Il greco, nonostante le ultime due inaspettate battute d’arresto (specie quella ai Championships con Frances Tiafoe), è il numero 2 della Race. Sta vivendo perciò una stagione da favola e, soprattutto, anch’egli in carriera ha dimostrato di poter fare molto bene in queste condizioni di gioco. Se lo scorso anno fu il russo a trionfare nel “torneo dei Maestri”, due stagioni fa fu difatti proprio il 22enne di Atene ad aggiudicarsi il titolo sfoderando appieno il suo tennis fatto di pressing dal lato del dritto e di improvvise fiammate con il rovescio. Lo stesso che gli ha permesso di disputare una prima parte di 2021 pressoché perfetta, coronata dalla finale parigina, in cui è stato vicino a battere il “cannibale”. Non è il candidato principale alla contesa della vittoria ai Giochi, tuttavia non dovremo stupirci se nell’ultimo atto del torneo fosse presente.
Discorso molto simile anche per il nativo di Amburgo. Per lui, esattamente come per Medvedev e Tsitsipas, sarà la prima partecipazione alle Olimpiadi ma è giusto considerarlo già nel lotto dei papabili vincitori. Certo per pensare di poter impensierire il serbo o comunque per provare ad aggiudicarsi una medaglia avrà bisogno del suo servizio. Spesso in carriera questo colpo, che a tratti è stato debordante, ha reso al di sotto delle aspettative. Persino negli ultimi due anni, in cui c’è stato un gran miglioramento nei risultati Major, tanti sono stati i match negativi con la battuta da parte del minore dei fratelli Zverev. L’ultimo esempio è proprio nella sua ultima apparizione, ossia l’ottavo di finale perso a Wimbledon con Felix Auger-Aliassime. 20 doppi falli e ben 13 palle break concesse al giovane canadese, non di certo conosciuto come uno dei migliori giocatori del mondo nei game di risposta (solo 64esimo come rendimento nei game di ribattuta). Questo colpo, come spesso gli accade, sarà quindi l’ago della bilancia per Zverev: se dovesse funzionare come ci si aspetta da lui a quel punto Sascha diventerebbe davvero un avversario pericoloso. A testimonianza di ciò riguardare l’ultimo atto delle Finals di tre anni fa. Il servizio fu imperioso e da fondo non concesse pressocché nulla, surclassando un certo Djokovic. Se ciò, anche solo in parte, dovesse verificarsi nuovamente a Tokyo, nulla sarebbe proibito al numero 5 della classifica mondiale.
Questi sono quindi i candidati al successo finale. Tra loro, purtroppo, non possiamo inserire Matteo Berrettini, che avrebbe sicuramente potuto ambire ad una medaglia ma è stato costretto al forfait per un problema al ginocchio. Fra le fila azzurre non ci sarà nemmeno il numero 2 Jannik Sinner, che nonostante un periodo non semplice avrebbe potuto dire la sua. Difficile perciò ambire ad una medaglia per l’Italia. Coloro che potrebbero avere un buon cammino sono Lorenzo Sonego e il “solito” Fabio Fognini.
Il classe ‘95 piemontese ha dimostrato di poter fare bene ovunque e, in condizioni simili a quelle del torneo olimpico, a Vienna lo scorso anno giocò un torneo strepitoso. Battè nettamente un Djokovic “distratto” e si arrese solo in finale ad un “on fire” Andrey Rublev (altro giocatore da considerare nel discorso medaglia). L’eroe degli Internazionali 2021, grazie alla sua duttilità, può sperare quindi in un ottimo torneo ma è oggettivamente complicato pensare di vederlo sul podio.
Proiezione simile per il 34enne ligure. Giocare per la sua Nazione, come spesso gli è accaduto in carriera, è un grosso incentivo e difficilmente tradisce in queste situazioni. Basti ricordarsi tutte le magnifiche prestazioni in Davis ma anche nell’ultima edizione olimpica. In quel di Rio perse infatti solamente agli ottavi ed al terzo set con Andy Murray, poi vincitore del torneo. Credere possa fare un buon percorso è lecito, anche se le condizioni in cui si giocherà all’Ariake Tennis Park non sono le più adatte alle caratteristiche del suo tennis.