La pallacanestro alle Olimpiadi, uno sport che ha visto la detenzione di un monopolio nelle ultime tre edizioni: Stati Uniti (2008), Stati Uniti (2012) e ancora Stati Uniti (2016). Alle Olimpiadi di Tokyo, tuttavia, si potrebbe assistere al torneo più equilibrato da quello del 2004, quando ad Atene l’Italia di Carlo Recalcati accarezzò la medaglia d’oro prima di cedere in finale all’Argentina di Sconochini, Delfino, Nocioni, Scola e soprattutto Manu Ginobili.
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Nel frattempo il gap tra tutte le nazionali del mondo e gli Stati Uniti si è ridotto, testimoni i Mondiali di Cina che due anni fa hanno visto gli States di Popovich addirittura piazzarsi settimi. Il compianto Kobe Bryant disse al termine dell’ultima partita contro la Polonia: “Giochino i migliori, altrimenti sarà sempre più dura per noi”. E per questo gli Stati Uniti, come spesso accade, saranno i favoriti: non solo perché qualitativamente sono più forti rispetto al 2019 (difficile sarebbe far peggio), ma perché non possono permettersi di sbagliare due volte.
Team USA’s new threads. 🔥
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I FAVORITI: STATI UNITI. Quindici degli ultimi 19 ori sono stati di Team USA: dovremmo salire a 16 su 20. Alla fine sono sempre loro a decidere se hanno intenzione o meno di vincere: nel 2019 Popovich ha potuto godere di un roster ai minimi termini, che infatti ha ottenuto un risultato da minimi termini. Non è chiaro ancora il destino di Bradley Beal, entrato nel protocollo sanitario per il coronavirus e ora in isolamento. Il maschio alfa è ovviamente Kevin Durant, ma il “capo” non sarà circondato da soli indiani: Damian Lillard potrebbe essere letale con le distanze FIBA, si attendono poi Devin Booker, Khris Middleton e Jrue Holiday dalle Finals ancora in corso.
Due perplessità. La prima riguarda la lunghezza del roster, e non a livello di profondità: il centro Bam Adebayo non ha brillato quest’anno coi suoi 206 cm di altezza. Non più alti gli altri lunghi: Draymond Green (198 cm), Kevin Love (203 cm) e Jerami Grant (203 cm). Non a caso, Popovich potrebbe utilizzare Durant come centro, nonostante non voglia farlo e possa avere in difficoltà contro “centri” più pesanti. L’altra perplessità è la chimica: il talento è tanto, ma anche le altre squadre non sono da meno. Potrebbe non bastare il semplice “essere più forti sulla carta”. Ma si vedono dei progressi: dopo i ko contro Nigeria e Australia è giunto un convincente successo contro l’Argentina: Più movimento di palla, difesa più attenta, più energia: se giocano così sono imbattibili.
LA SORPRESA: SLOVENIA. Con buonissima pace della Nigeria. In quintetto i nigeriani possono schierare Monte Morris, Josh Okogie, Al Farouq Aminu, OG Anunoby e Jahlil Okafor: tre difensori a livello élite, un buon floor general e un buon giocatore in post, oltre che una panchina decente. Morris e OG saranno i main scorers di una squadra che non spicca per valori offensivi. E non è affatto scontato che si ripeta una prestazione al tiro come quella contro gli Stati Uniti: no, con tutto il rispetto viriamo sulla Slovenia di Luka Doncic, con buona pace, ripetiamo, della nazionale africana, la quale ora come ora sembra quella più vicina ad ottenere una medaglia.
Per gli sloveni si tratta della prima apparizione alle Olimpiadi. L’ex Real Madrid li ha guidati, con Vlatko Cancar e Mike Tobey, all’interno delle qualificazioni, e non sono qui per presenza. Klemen Prepelic è da tempo tra i più rinomati tiratori in Europa, e anche il blocco del Cedevita Olimpia Lubiana è più che valido. Non si discute nemmeno l’ex triestino Zoran Dragic. Problema: sono finiti nel gruppo più ostico. Il gruppo C composto anche da Argentina, Giappone e Spagna. Superato questo scoglio, tuttavia, nessuno vorrà beccare Doncic in una gara secca: chiunque l’abbia visto giocare sa come possa essere in grado di dominare offensivamente all’interno della singola partita.
POSSIBILE PODIO: STATI UNITI, ARGENTINA, SPAGNA. Argentina, Spagna, Francia e Australia sono chiaramente nel “tier” successivo a quello comprendente solo Team USA. Poi Slovenia e Nigeria, infine c’è la nostra Italia. Gli argentini, come all’inizio di ogni torneo internazionale, sono sottovalutati: due anni fa hanno eliminato la Serbia guidata da Nikola Jokic e la Francia di Rudy Gobert. Cosa è cambiato dal Mondiale? Molti giocatori sono solo migliorati: Deck, Campazzo e Vildoza, per citarne alcuni. Della Generacion Dorada è rimasto uno: l’immortale Luis Scola. Per il resto buona parte del gruppo è la stessa della cavalcata d’argento in Cina.
Se c’è un qualcosa che le ultime rassegne internazionali hanno insegnato è non dare mai la Spagna per spacciata. Gli uomini di Scariolo saranno nel duro gruppo C, ma duri saranno anche loro: ci sono i Gasol, con Pau che quest’anno ha dimostrato di poter mostrare ancora qualcosa a livello internazionale. Assenti Juancho Hernangomez e, ma il roster rimane di grande forza tra l’esperienza dei due Sergio, Rodriguez e Llull, e la vena giovane di Usman Garuba.
E l’Italia? I ragazzi di Sacchetti hanno già vinto arrivando nella Terra del Sol Levante, ma visto che ci sono, ci sarebbe anche un girone da superare: è questo l’obiettivo della nostra nazionale, il raggiungimento dei quarti di finale. Per farlo un Danilo Gallinari che sostituirà Awudu Abass. Ci sono finalmente i giocatori di Eurolega di livello (Polonara e Fontecchio), oltre che di Serie A, pronti a fare da scudieri al Gallo: Australia, Nigeria e Germania sono avvisate, nonostante le prime due siano superiori a livello di organico.