I Giochi Paralimpici devono fare i conti col coronavirus, e dunque anche con le misure restrittive da esso causate. La situazione “è peggiorata notevolmente” in seguito a Tokyo 2020, ha affermato sabato Hidemasa Nakamura del comitato organizzatore. Distanza e igiene saranno le due prerogative, tenendo tuttavia in considerazione le diverse condizioni di salute dei paraatleti: sono previste in tal senso misure decisamente più flessibili. Ad esempio, alcuni atleti potrebbero non essere in grado di indossare le mascherine vista la calura estiva, e verrebbero invece forniti di visiere in plastica. Nel caso in cui i paratleti debbano essere isolati in strutture di quarantena, verrà fornito anche supporto psicologico, ha affermato Nakamura.
Al momento quattro Nazioni dell’Oceania – Samoa, Kiribati, Tonga e Vanuatu – sono costrette a ritirarsi dalle Paralimpiadi di Tokyo 2020 a seguito delle restrizioni di viaggio causate dalla pandemia di coronavirus. Le delegazioni dei quattro Paesi avrebbero dovuto raggiungere la capitale del Giappone attraverso l’Australia, Nazione che tuttavia prevede una quarantena di due settimane a proprie spese sia per proseguire il viaggio verso Tokyo che al ritorno dalla terra del Sol Levante.