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“Gli atleti olimpici dovrebbero essere vaccinati prima degli altri? Non lo chiederemo mai e non lo vogliamo. Una persona anziana ha il sacrosanto diritto di essere vaccinata prima di un atleta di vent’anni. Ma forse una persona anziana può stare qualche giorno in più a casa senza uscire. L’atleta è obbligato a muoversi: non va a fare assembramenti, passa da aeroporti, spogliatoi, competizioni, contatti, per difendere la bandiera dell’Italia. La valutazione non deve farla lo sport ma la politica“. Lo ha precisato il presidente del Coni, Giovanni Malagò, durante il corso della sua intervista a ‘La Repubblica’ in vista dei Giochi Olimpici di Tokyo. Ampio spazio, ovviamente, all’ok del Cdm al decreto legge sull’autonomia del Coni con cui l’Italia ha evitato il provvedimento del Cio. “Giovedì sera ho incontrato il presidente Cozzoli e si sono costruite le premesse per dialogare – ha raccontato Malagò -. Finalmente è diventato chiaro che il Coni e Sport e Salute sono due cose diverse, uno è un ente pubblico autonomo e indipendente, l’altra una società per azioni partecipata dallo Stato. Ritengo non solo giusto ma doveroso collaborare, ma senza assoggettamento. E non è vero che il Coni dovrà occuparsi solo della preparazione olimpica lasciando a Sport e Salute l’attività di base. Ad esempio, restiamo operativi sul territorio: i finanziamenti regionali, per legge, vanno al Coni. La realtà è che oggi abbiamo di nuovo le chiavi di casa: e dentro casa, nessuno può dirci cosa fare. Altrimenti siamo punto e a capo sul tema dell’autonomia“.
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