L’Italia dei record riscrive la storia. Dopo aver collezionato medaglie come mai nella storia dei Giochi Olimpici moderni, ben 24 nelle prime otto giornate a Tokyo, la spedizione tricolore decide di cambiare ancora marcia e festeggia una serata incredibile con una doppietta d’oro impossibile da pronosticare: prima Gianmarco Tamberi nel salto in alto, poco dopo Marcell Jacobs nella gare regina dei Giochi, quei 100 metri piani che dal 2008 appartenevano a sua maestà Usain Bolt. Incredibile, ma vero, come i numeri di un’Italia Team da record: 27 podi già in cassaforte – 4 ori, 8 argenti e 15 bronzi – e un rapido ritorno nella top 10 del medagliere olimpico. Mettendo nel conto anche il podio già certo del duo Tita-Banti nella vela (oro o argento si deciderà nella medal race di martedì), al giro di boa dei Giochi giapponesi l’Italia ha già raggiunto il bottino di Rio 2016 ed è davvero vicina al record assoluto di 36 medaglie realizzato a Los Angeles 1932 e Roma 1960. A completare la fantastica serata tricolore c’è anche, finalmente, la fine della maledizione dell’oro, unica nota stonata finora per gli azzurri a Tokyo, in un’edizione che non resterà alla storia soltanto per l’emergenza sanitaria e le gare senza pubblico.
Allo Stadio Olimpico la notte dei sogni comincia con il primo salto di Gianmarco Tamberi, un 2,19 superato agevolmente. Pochi minuti dopo Marcell Jacobs accende la speranza correndo la semifinale in 9″84, nuovo record europeo. Da lì in avanti le emozioni si susseguono. Tamberi non sbaglia nulla fino al 2,37, proprio come l’amico qatariota Barshim. Entrambi falliscono poi le tre prove a 2,39 e, interrogati dai giudici, prendono la decisione più ovvia: oro ex aequo e prima, grande gioia. Passano pochi minuti e il miracolo si ripete: Jacobs brucia tutti nella finale dei 100 e si mette al collo una vittoria incredibile, visto che mai un velocista italiano aveva neppure partecipato ad una finale olimpica. “Questo successo è il mio sogno da quando sono bambino – confessa il ligure – Ci metterò una settimana a capire quello che ho fatto. Vedere Tamberi vincere mi ha gasato un sacco, ho pensato di potercela fare anche io. Dopo Bolt c’è Jacobs? E’ reale e bisogna crederci. E’ una emozione fantastica, sono corso ad abbracciare subito Tamberi. Forse stanotte guardando il soffitto senza riuscire a prendere sonno capirò cosa ho fatto”
“E’ un sogno che ho dentro da così tanti anni – ammette Tamberi – Non ci posso credere, sono passato attraverso mille difficoltà in questi anni. Grazie ragazzi, abbiamo vinto l’Olimpiade: dopo aver passato un infortunio terribile, non ci posso credere. Finalmente posso dire che ne è valsa la pena. Ho vinto l’Olimpiade e non dormirò piu'”. Ad arricchire la giornata italiana ci aveva pensato al mattino il nuoto. La prima gioia della domenica è infatti arrivata dall’Acquatics Center, con uno splendido bronzo conquistato dai ragazzi della 4×100 mista. Thomas Ceccon, Nicolò Martinenghi, Federico Burdisso e Alessandro Miressi hanno alzato bandiera bianca soltanto di fronte agli imbattibili Stati Uniti, medaglia d’oro col nuovo record del mondo, e alla Gran Bretagna. “Una bellissima staffetta, nella mista abbiamo sempre qualcosa in più l’ultimo giorno di gara. C’è grande unione nel gruppo”, hanno esultato gli azzurri in coro facendo un bel regalo a Martinenghi per il suo 22° compleanno. Grande orgoglio ma niente medaglia, invece, per Gregorio Paltrinieri, condizionato dal difficile recupero dalla mononucleosi. “Ho fatto di tutto ma oggi non è bastato. Ero stanchissimo – ha ammesso l’azzurro, che ha chiuso al 4° posto – Non potevo fare niente di più, avrò modo in futuro di rifarmi”.
Paltrinieri tornerà in acqua giovedì per la 10 km di fondo, mentre per Federica Pellegrini l’esperienza olimpica è terminata con la staffetta 4×100 mista femminile, chiusa dalle azzurre al 6° posto. “Dovrò metabolizzare tutto a bocce ferme, ma sono molto contenta della decisione che ho preso – ha raccontato la veneta – E’ il momento giusto e sono molto serena per quello che mi aspetta dopo, anzi non vedo l’ora che inizi”. Un’altra medaglia arriverà invece sicuramente martedì dalla vela: con un primo e due secondi posti nelle regate finali, Ruggero Tita e Caterina Banti hanno rafforzato il primato nel Nacra 17 e affronteranno la medal race con la certezza di una medaglia, nel peggiore dei casi d’argento. Settimo posto, invece, per Silvia Zennaro nel Laser Radial.
La grande delusione della giornata è invece arrivata nuovamente dalla scherma, che ha chiuso un’Olimpiade avara di soddisfazioni (3 argenti e 2 bronzi) con l’eliminazione della squadra di fioretto maschile al primo turno contro il Giappone (45-43). “Per me è un incubo – ha confessato Giorgio Avola, che ha sostituito l’infortunato Cassarà – Il livello è aumentato in tutto il mondo, ma oggi siamo molto delusi”. “E’ una delusione totale – ha ammesso Alessio Foconi – analizzeremo cosa è successo”. Vittoria agevole, infine, per l’Italia maschile del volley, che ha superato 3-0 Venezuela chiudendo il girone al secondo posto e ora si prepara per i quarti di finale, in programma martedì