“Porto tutti in tribunale, è questo ciò di cui c’è bisogno: lasciamo che Bach e la sua gang spieghino quali sarebbero le mie colpe“. Dure le dichiarazioni del Presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko, alla guida dell’ex repubblica sovietica da 26 anni, in merito al bando deciso dal Comitato Internazionale olimpico nei confronti di quello della Bielorussia. Decisione presa in seguito al risultato delle elezioni dello scorso agosto, in cui Lukashenko è stato rieletto alla guida della nazione ma è tuttora oggetto di proteste per la presenza di brogli. In questo modo, gli atleti bielorussi potranno partecipare ai Giochi di Tokyo solo sotto la bandiera olimpica. “Vorrei sapere quanti altri comitati nazionali sono stati consultati prima di prendere questa decisione – sottolinea – Non ho preso parte per 25 anni a questi eventi, quindi sopravvivrò in futuro. Ma perchè prendersela con i bambini?“. Queste invece le dichiarazioni di Thomas Bach, in merito alle varie denunce di campioni bielorussi che avrebbero subito intimidazioni per le loro opinioni politiche: “Dagli elementi raccolti e dalle risposte ricevute dal Comitato olimpico bielorusso, abbiamo rilevato che gli atleti non sono protetti da interferenze politiche. Questo è contrario ai principi della Carta Olimpica e compromette seriamente la reputazione del Cio“. Inoltre, il Leader ha fatto diffondere un comunicato dell’ente in cui il bando viene definito “parziale” e si sottolinea che “vediamo questa decisione come un fatto politico, con lo scopo di mettere pressione sulla presidenza del nostro comitato”.
Cio, Lukashenko non ci sta: “Porto tutti in tribunale”
Thomas Bach, presidente Cio