Olimpiadi Parigi 2024

Parigi 2024, Velasco: “Non sogno, motivazione non deve diventare ansia”

Julio Velasco, Ct Nazionale femminile volley - Foto Fiorenzo Galbiati/FIPAV

La Nazionale italiana di volley femminile si prepara all’esordio ai Giochi Olimpici di Parigi 2024 contro la Repubblica Dominicana, in programma domenica 28 alle 09.00. La ragazze di Julio Velasco si sono allenate oggi al Palais des Sports Robert Charpentier a Parigi. Prima parte di seduta a porte chiuse e in conclusione la partitella a porte aperte di due set. Al termine della sessione il coach Velasco ha parlato alla stampa: “Le ragazze le ho viste benissimo. Stiamo bene e siamo fiduciosi. La squadra è molto equilibrata in tutti i ruoli, dall’attacco alla ricezione, e questo è un dettaglio da non sottovalutare. Le ragazze mi hanno sorpreso tanto per la loro capacità di imparare in fretta. Io personalmente sono molto tranquillo, anche l’età aiuta. La nostra priorità è combattere l’ansia e leggere pochi giornali (ride ndr.). Dobbiamo concentrarci e pensare partita dopo partita, tanto sono solo sei. Ragioniamo giorno dopo giorno, domenica la Repubblica Dominicana e poi si vedrà. Io non sogno, il nostro sogno è la giornata di domani. Dopodomani sarà la partita di domenica”.

Sull’etichetta di favoriti: “A me da fastidio essere etichettati come favoriti. Abbiamo vinto la VNL ma alle Olimpiadi spesso abbiamo deluso. Non credo sia il modo di aiutare la squadra. La motivazione c’è, ma non deve diventare ansia e preoccupazione. Si insiste su questa linea di mettere pressione, nonostante nel 90% dei casi il feedback sia stato negativo. La necessità della vittoria è il nemico numero uno di uno sportivo. Djokovic a Tokyo doveva vincere l’oro con facilità e invece è uscito neanche con la medaglia di bronzo. Dopo gli Europei di calcio vinti si parlava di vincere il Mondiale, e invece non ci siamo nemmeno andati”.

Sul suo vice e amico Massimo Barbolini: “Ho lavorato con Massimo (Barbolini ndr.) a Modena nel 1985 quando io avevo 33 anni e lui 21. Non l’ho portato come secondo in Nazionale maschile per una questione di esperienza e di meritocrazia. L’allenatore doveva essere un allenatore di A1 e lui ancora non lo era. Qui a Parigi ho voluto i tecnici delle migliori squadre. Escludendo quello di Conegliano, perché è avversario, e quello di Milano, per cui la società non ha dato l’ok, c’erano Bernardi e Barbolini. Con Massimo siamo amici anche fuori dal campo, ma non l’ho scelto per quello. Avevo bisogno di una persona con tanta esperienza e conoscenze nel femminile. Gli chiedo tantissime cose e mi fa anche lavorare un po’ di meno (ride ndr.)“.

Sul cambiamento dei tempi nella pallavolo: “È un privilegio allenare la Nazionale italiana in epoche diverse. I giovani mi trasmettono una grande energia. I tempi cambiano ed è cambiata anche la pallavolo, ma i ragazzi più giovani non cambiano, è il mondo intorno a loro che si è evoluto”.

 

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