Novak Djokovic ce l’ha fatta, ha conquistato la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Parigi 2024 e reso orgogliosa la sua Serbia. Sconfitto lo spagnolo Carlos Alcaraz per 7-6(3), 7-6(2), al termine di una finale giocata da fuoriclasse. L’ennesimo trionfo del campionissimo serbo, il più sentito considerando il suo orgoglio patriottico mai nascosto: dopo il bronzo a Pechino 2008, ecco la consacrazione definitiva in un torneo olimpico, il tanto sognato oro come ciliegina sulla torta di una carriera semplicemente aliena. Niente da fare anche per un fenomeno come l’iberico Alcaraz, protagonista anche in questi Giochi Olimpici dopo aver vinto consecutivamente il Roland Garros e Wimbledon, l’ultimo evento proprio contro Nole all’ultimo atto. Adesso, Djokovic può sorridere dopo tanti pianti alle Olimpiadi: è il campione, mai come adesso per la sua concezione di sport.
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IL RACCONTO DI DJOKOVIC-ALCARAZ
Il primo set si è svolto sin da subito con un grande agonismo da ambedue le parti, con Djokovic determinato a far bene e ad azzannare il parziale. Primo game vinto a 30 dal serbo alla battuta, con assalto repentino anche nel game di risposta: palla break ai vantaggi dopo una serie di risposte di rovescio notevoli, neutralizzata però da Alcaraz con una palla corta. Duelli duri e game-maratona immediato, ma 1-1 sul filo di un fragile equilibrio. Campanello d’allarme per Djokovic nel terzo game, con l’avversario sopra 0-30 sul suo servizio; quattro punti consecutivi in favore del serbo, semplicemente letale con il rovescio incrociato in spinta sino al 2-1. Tre palle break consecutive sullo 0-40 in favore di Djokovic, nel quarto game, dopo una risposta d’anticipo di dritto vincente; Alcaraz ha alzato i giri del motore in uscita dal servizio e addirittura forzando la seconda, così da neutralizzare ognuna delle chance dell’opponente. Nuovo equilibrio sul 2-2 dopo un serio rischio per Alcaraz. Tris di opportunità per strappare anche per l’atleta di El Palmar, nel quinto gioco, annullate dal campione di Belgrado con una costante: prima potente e soprattutto precisa ai massimi termini, valsa il 3-2 serbo.
Djokovic versione supereroe nel delicatissimo nono game, con ben cinque palle break annullate grazie a una serie di accortezze tattiche da campione vero; tra queste, da segnalare una stop volley al bacio seppur rischiosa sino al 5-4. Dodicesimo game potenzialmente decisivo, con Djokovic bravo a conquistare un set point dopo un passante di rovescio al corpo; servizio, accelerazione in uscita dal colpo d’inizio gioco e vincente: un coerente Alcaraz ha trascinato il parziale al tie-break, 6-6. Dopo un mini-break valso il 4-3 grazie a una risposta vincente di dritto incrociato, Djokovic ha conquistato tutti i restanti i punti chiudendo sul 7-6(3) dopo un’ora e trentatre minuti di gioco con una stop volley sublime…come la sua carriera.
Il secondo set ha presentato sin da subito uno scontro psicologico tra Djokovic e Alcaraz, con il primo insidioso sin dal game inaugurale in risposta e il secondo alla ricerca di uno spiraglio per restare in partita. Primo gioco chiuso ai vantaggi dallo spagnolo, dopo tre punti consecutivi del serbo in giornata di grazia con il rovescio, per l’1-0 primordiale. Prima palla break in favore di Djokovic nel terzo gioco, dopo l’ennesima risposta di rovescio mortifera che ha mandato Alcaraz fuori giri: l’iberico è riuscito a cancellare la chance dell’avversario e portarsi successivamente sul 2-1 grazie alle solite bordate di dritto. Pericolo per il tennista murciano anche nel quinto game, con il serbo sopra 15-30, ma difficoltà superate prima con una prodezza nei pressi della rete in allungo e poi forzando bene la prima per il 3-2. Possibile punto di svolta nell’ottavo game, con Djokovic che ha costretto nuovamente Alcaraz ai vantaggi partendo dal 40-0: Alcaraz ha retto dal punto di vista psicologico, colpendo sia di potenza che di fioretto, e si è aggiuficato un altro game in lotta per il 5-4. Djokovic non ha mai davvero palesato problemi alla battuta, mantenendo un’elevata percentuale di prime in campo e respingendo i sussulti dello spagnolo con accortezza e calma, sino al 5-5. Epilogo nuovamente al tie-break, con Djokovic determinato e determinante con i suoi colpi da campione vero nei momenti difficili, tra i quali ci sono due dritti in allungo di dritto spaziali. Un 7-6(2) ha garantito la prima medaglia d’oro olimpica in carriera a ‘Djoker’, il sigillo che gli mancava nel palmares.