Olimpiadi Parigi 2024

Parigi 2024, Malagò: “Ruolo da protagonisti nello sport mondiale. Abodi? Fuori luogo. E su Khelif…”

Giovanni Malagò - Foto Giuseppe Giugliano
Giovanni Malagò - Foto Giuseppe Giugliano

“Quaranta medaglia come Tokyo. Avevo detto che volevamo fare da quaranta in su e ci siamo riusciti con una precisa, evidente e analitica situazione che ha caratterizzato la qualità delle medaglie con due ori in più, tre argenti in più ed un ruolo da protagonisti dello sport mondiale. Perché io ero convinto che questo avvenisse? Sapevamo benissimo quante possibilità da medaglia avevamo e quante ne hai così tante molte le perdi per strada anche in modi rocamboleschi, ma ne vinci altre che non erano preventivate. E questo è quello che è successo. La qualità dei nostri qualificati era alta”. Queste le parole del presidente del Coni, Giovanni Malagò, nella conferenza stampa di fine Olimpiade di Parigi 2024. “Abbiamo vinto quaranta medaglie, più o meno un terzo degli Usa, ma abbiamo fatto 20 quarti posti e 27 quinti posti – ha proseguito il numero uno dello sport italiano nella conferenza a ‘Casa Italia’ a Parigi – Questo ti fa capire quanto sia stata qualitativa questa spedizione. Abbiamo avuto 40 medaglie e 80 medagliati. Siamo un paese chiarissimamente multidisciplinare, siamo andati in 20 sport diversi, forse i migliori dal mondo. E prima non era così”.

Un grande ruolo in questi Giochi Olimpici lo hanno avuto le donne: “Le donne hanno stravinto la competizione con i maschietti, mai successo – ha aggiunto Malagò – Abbiamo vinto 12 ori: 2 sono prove miste, 3 uomini, 7 donne. A livello individuale 26 donne hanno vinto la medaglia d’oro, gli uomini sono 5. C’è un rapporto uno a cinque, è veramente impressionante”.

Un accenno anche a Gregorio Paltrinieri che questa sera sventolerà il tricolore azzurro insieme a Rossella Fiamingo: “Paltrinieri diventa il nuotatore italiano più medagliato della storia delle Olimpiadi, 5 medaglie. La scelta di averlo come portabandiera nella cerimonia di chiusura è una scelta doverosa per quello che ha fatto, per quello che sta facendo e quello che farà. Ha tutti i presupposti per poter fare il portabandiera a Los Angeles 2028. La scelta di Rossella, invece, è data dalle ragazze che avevano vinto l’oro ma che non erano disponibili qui a Parigi”.

Malagò poi si toglie qualche sassolino dalla scarpa nei confronti del ministro dello sport, Andrea Abodi, che qualche giorno fa aveva detto che era a fine ciclo. “Penso che oggi è un giorno di festa, la cosa meno bella è che è il ministro dello sport sia stato fuori luogo, a 5 giorni dalla fine delle Olimpiadi mentre uno ci mette la faccia e soffre, e abbia sottolineato questa cosa. Questo non è solo un problema di stile. Io non lo avrei mai fatto. La cosa che mi ha fatto molto piacere, invece, è che oggi sia venuto da Cagliari per essere vicino a noi a vedere la finale di volley Italia-Usa”.

Il terzo mandato del presidente del Coni Malagò scadrà il 30 maggio 2025 e, al momento, la norma prevede che non potrà ricandidarsi. “Se la politica si prende la responsabilità di tenere questa norma…quella legge è stata cambiata due volte in dieci mesi – ha glissato Malagò –  Un piccolo pezzo della politica ha ritenuto di non cambiare questa legge solo ed esclusivamente nei confronti del Coni. Questa decisione eventuale di non cambiare la norma è una decisione che va contro il consenso del mondo dello sport”.

Infine anche una precisazione sul caso Carini-Khelif che ha infiammato questi Giochi Olimpici: “Se la politica ci ha messo in difficoltà? Io rappresento il Coni e sono membro del Cio. E’ ovvio e scontato che io debba attenermi a quelle che sono alcune considerazioni e aspetti che erano stati chiarissimamente esternati da parte del Cio. La politica fa un’altra cosa, ha un altro ruolo, non la sto criticando. Ma fa parte del gioco delle parti. Quello che dico è che io, tra Angela Carini e un’atleta di qualsiasi altro paese, secondo voi da che parte sto? Io non apprezzo chi fa il tuttologo – ha precisato – Chi fa il medico ed è scienziato ed ha competenze su questa faccenda cromosomica ha detto che questi pugili possono gareggiare e sono donne. Poi ad altri non sta bene in base a cosa? In base alle sembianze. L’Iba non è più la federazione internazionale perché è stata screditata, è una organizzazione privata che ha un nemico evidente che è il Cio. E io da che parte dovrei stare? Ditemelo voi. Questo è il punto centrale. Khelif combatte a questi livelli da otto anni. E’ evidente che c’è da parte di qualche d’uno che non mi stupisce”, ha concluso.

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