Finisce, come ampiamente prevedibile, in tribunale la vicenda inerente alla medaglia di bronzo nel corpo libero ai Giochi Olimpici di Parigi 2024. Gli avvocati della ginnasta americana Jordan Chiles hanno infatti presentato un ricorso davanti alla Corte federale svizzera per contestare il ritiro della medaglia di bronzo che aveva conquistato in pedana. Chiles, 23 anni, era giunta terza grazie ad una revisione del suo voto che le aveva permesso di superare la rumena Ana Barbosu. La squadra rumena aveva poi impugnato la decisione, vincendo, davanti al Tribunale arbitrale dello sport (TAS), sostenendo che Chiles aveva superato di quattro secondi il tempo limite per la rivalutazione del suo punteggio. Una decisione che ha portato il CIO ad assegnare il bronzo a Barbosu.
Il team legale della ginnasta statunitense ha denunciato un grave conflitto di interessi, affermando che il capo della giuria che ha trattato il caso aveva lavorato per diversi anni come consigliere per la Romania. “Alla luce di queste innegabili mancanze, Chiles chiede alla Corte suprema federale di ripristinare il punteggio che ha ottenuto legittimamente nella prova finale del corpo libero”, dicono i suoi avvocati dello studio Gibson Dunn. “Ogni elemento dei Giochi Olimpici, incluso il processo di arbitraggio, deve rispettare il fair play”, ha aggiunto Maurice Suh. L’appello di Chiles è sostenuto dal Comitato Olimpico e Paralimpico degli Stati Uniti, hanno precisato i consigli della ginnasta, che ha giudicato “ingiusto” il ritiro della sua medaglia.