Parigi 2024 tra ingiustizie e fair play: il doppio volto delle Olimpiadi. La rassegna a cinque cerchi è la più attesa dagli atleti e proprio per questo quando le cose non vanno per il verso giusto, la delusione è ancora più atroce. I torti arbitrali e le regole controverse non mancano, ma di contro vi è anche molta solidarietà. Basti pensare al Settebello di Sandro Campagna, che nella sfida per i piazzamenti contro la Spagna protesta contro la decisione arbitrale (poi ritrattata) che ha condizionato il quarto di finale contro l’Ungheria. Inno di Mameli cantato dando le spalle alla giuria e Condemi che si autoesclude: il tutto reso possibile dalla squadra spagnola, che rinuncia a giocarsi lo sprint iniziale per consentire a Condemi di prendere possesso e poi si ferma in acqua per permettergli di salutare i compagni e lasciare la vasca.
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La solidarietà può arrivare anche dai compagni di squadra, come ci hanno dimostrato gli azzurri del fioretto, argento dopo la finalissima persa contro gli Stati Uniti. Per molti, la colpa di questa sconfitta è da attribuire ad Alessio Foconi, che partiva riserva ed è subentrato nel penultimo assalto di finale, incassando un netto 0-5. A difenderlo però ci pensa il compagno di squadra Macchi, argento anche nella prova individuale (anche lì non senza polemiche per le decisioni arbitrali): “È un grandissimo campione. Si meritava quella medaglia più di tutti ed è stato molto meglio vincere un argento in quattro piuttosto che un oro in tre“. L’ingresso di Foconi era, infatti, necessario affinché anche lui potesse salire sul podio: per regolamento, solo gli atleti che salgono in pedana ricevono poi la medaglia. Se la riserva non sale in pedana, non può quindi salire sul podio e festeggiare la medaglia con i compagni.
Una regola chiacchierata questa della scherma, considerata ingiusta come quella della ginnastica ritmica per cui non è prevista sostituzione in caso di infortunio di un’atleta della squadra. Alle Olimpiadi, a differenza delle altre competizioni di primo livello, le squadre non hanno a disposizione una riserva. Può quindi succedere quanto avvenuto nelle qualificazioni All-Around a squadre: una ginnasta del Brasile si è infortunata ad una caviglia nel primo esercizio e ha stretto i denti nonostante il dolore, provando a disputare anche il secondo esercizio. Risultato? La ginnasta non è riuscita ad eseguire le difficoltà, penalizzando terribilmente la sua squadra, che poi non è riuscita a centrare la finale. Lacrime a non finire per lei e per le compagne, con il pubblico che ha applaudito e reso omaggio alla ginnasta e alla squadra, comprendendo l’enorme dolore, sia fisico che emotivo.