I nuotatori cinesi che prenderanno parte alle Olimpiadi di Parigi saranno sottoposti a test antidroga e antidoping il doppio più rigidi rispetto ad altre nazioni. Questa la decisione a seguito degli scandali emersi negli ultimi mesi, dove, secondo un dossier, 23 nuotatori sono risultati positivi a una sostanza vietata e sono stati comunque autorizzati a gareggiare ai Giochi di Tokyo.
Ben undici di questi nuotatori, risultati positivi al farmaco per il cuore trimetazidina (TMZ), durante un ritiro di allenamento sette mesi prima dei Giochi rinviati nel 2021, sono stati selezionati per Parigi. L’Agenzia internazionale per i test (ITA), che si è impegnata a monitorare la situazione, sottoporrà gli atleti cinesi a test otto volte, il doppio rispetto alla norma, prima dell’inizio dei Giochi di Parigi, i quali saranno condotti da un’autorità diversa dall’Agenzia antidoping cinese (Chinada), affinché tali test vengano analizzati al di fuori della Cina.
La World Aquatics con queste mosse intende rassicurare gli atleti dopo che Michael Phelps, l’olimpionico più decorato di tutti i tempi, ha dichiarato che non ci si può fidare dell’Agenzia mondiale antidoping (Wada) per quanto riguarda l’applicazione delle proprie politiche. Intanto il Comitato Olimpico Internazionale ha dichiarato di avere “piena fiducia” nella Wada e ha invitato le agenzie sportive a mostrare “rispetto” nei confronti dell’organismo antidoping.