Olimpiadi Parigi 2024

Parigi 2024 ginnastica artistica, l’Italia è in finale: le Fate seconde davanti alla Cina

Manila Esposito
Manila Esposito - Foto Ferraro/FGI

In una Bercy Arena stracolma hanno avuto inizio le Olimpiadi di Parigi 2024 delle Fate della ginnastica artistica. La presenza di Simone Biles attrae anche le stelle dello show business, tra attori, cantanti e sportivi e si crea un’atmosfera assolutamente magica anche per le nostre atlete, impegnate nella seconda suddivisione insieme proprio alle statunitensi e alla Cina. Alice D’Amato, Manila Esposito, Elisa Iorio, Angela Andreoli e Giorgia Villa conquistano la qualificazione per la finale a squadre con un punteggio complessivo di 166.681, issandosi al secondo posto dietro agli Stati Uniti e mettendosi alle spalle anche un’avversaria tra le più temibili come la Cina.

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Manila Esposito, come ormai ci ha ben abituato anche recentemente agli Europei dominati in quel di Rimini, fa la voce grossa e sul giro completo chiude con 55.898 con prestazioni di assoluto livello su tutti e quattro gli attrezzi. Lo stesso fa anche Alice D’Amato, che chiude a quattro decimi dalla compagna di squadra con la ciliegina sulla torta rappresentata dal 14.666 alle parallele. Bene Elisa Iorio, nonostante una piccola caduta in uscita dalla trave con conseguente problemino alla caviglia che speriamo non sia nulla di grave. Angela Andreoli ha risposto presente nei suoi tre attrezzi e anche Giorgia Villa – chiamata in causa alle parallele – ha fatto il suo in quello che era l’esordio olimpico per lei.

LE DICHIARAZIONI DELLE AZZURRE

“Sono stati anni di tanto lavoro, posso essere solo soddisfatta di essere qui. Mi sembra ancora un sogno – ammette Giorgia Villa -, posso dire finalmente di aver fatto un’Olimpiade. Tanta emozione davanti ad un palazzetto pieno. Non è stato certo il mio esercizio migliore, anche perché in questi giorni ho avuto qualche problema con la parallela, ma aver fatto un’esecuzione discreta mi rende comunque felice. Ho rotto il ghiaccio. Ieri sera ho fatto pure fatica ad addormentarmi. Siamo entrate in pedana nel boato, roba da brividi. Alla fine avevo il braccio insanguinato, anche alla gamba ho preso una botta. Sono acciacchi che ci stanno. Ripeto non è importante come, ciò che conta è esserci. Girare con l’America al fianco è stato da effetto WOW. Biles e compagne sono ginnaste favolose, che dire. Simone è di un altro pianeta. Vedere il suo salto al volteggio e tutte le sue acrobazie da così vicino è un privilegio unico. Leì per noi è punto di riferimento, un esempio assoluto. Con gli Usa nella stessa suddivisione abbiamo avuto più spettatori, una buona pubblicità anche per la ginnastica italiana”. “Tom Cruise? Ci siamo accorte che c’erano ospiti speciali in tribuna ed essere seguiti da loro è incredibile. Se penso che io andavo a vedere i suoi film al cinema ed oggi lui ha guardato me mi sembra una missione impossibile!“, conclude Villa.

“Alle parallele ho fatto un buon esercizio, malgrado abbia mancato un collegamento – analizza Alice D’Amato -. Incrociamo le dita fino a stasera e se dovessi entrare sarebbe qualcosa in più. Qualcosa di stupendo. Non ho ancora visto Asia (la gemella, ndr), ma so che era in tribuna a tifarmi, insieme alla Ferrari, ed è stato come se l’avessi avuta accanto a me. Pure Vanny è molto attaccata a noi, ci ha sostenuto anche quando si è dovuta fermare per l’infortunio al polpaccio, come mia sorella al ginocchio. Voglio un sacco di bene ad entrambe. Emozionata? Io ho dormito benissimo, tanto è vero che quando sono entrata in campo gara ero un po’ preoccupata perché non mi saliva l’adrenalina. Ho detto cavolo, qui mi devo caricare! All’inizio non riuscivo a spingere bene. Poi è salita in modo positivo. Mi sono cominciata a piacere di più dopo il volteggio, che è stato bruttino rispetto al solito. Ho cercato di non mollare, per me e per la squadra. Cancellato quell’errore sono riuscita ad ingranare sui successivi due attrezzi. Mi sono resa conto di essere maturata da questo punto di vista”. “Il nostro obiettivo era portare a casa gli esercizi con meno errori possibili. Abbiamo dimostrato, in questi anni, di essere forti, per questo non mi stupisce che realtà come Cina e Gran Bretagna ci stiano dietro. Il quarto posto a Tokyo di certo non ci ha fatto piacere, ma in fondo era la mia prima Olimpiade, arrivare ai piedi di un podio così prestigioso non ce l’aspettavamo e non è stato poi così male“, aggiunge D’Amato.

“L’esercizio alla trave non è stato uno dei miei migliori – spiega Manila Esposito -. Non c’è paragone con quella degli Europei di Rimini. La speranza di entrare in finale c’è ancora. Già gareggiare qui tra i mostri sacri della specialità è una cosa spaziale. Averla fatta giusta, senza cadute, mi basta. Cercherò di riscattarmi nella finale a squadre di dopo domani. Siamo state tutte brave a gestire l’agitazione, lungo la gara. Nella prima rotazione io non capivo nemmeno più dove fossi. Sono la più piccola della spedizione Coni, è vero, e mi è toccato fare da apripista. Per questo stanotte è un miracolo se ho chiuso occhio. Avevo le palpebre spalancate e guardavo il soffitto. Ma non è colpa dei letti di cartone, che, anzi, trovo comodi. I miei genitori sono qui, e sono contenta di essere riuscita ad abbracciarli. Adesso chiamerò al telefono mia nonna e mio cugino. Per concentrarmi ascolto la musica e in particolare Geolier, di cui mi piace tanto “Cadillac”. Tra Snoop Dogg e Ariana Grande, che so che erano qui, preferisco la seconda”.

“La mia gara è andata benissimo – racconta Angela Andreoli -, sono contenta, soprattutto di aver portato a termine tutti i miei esercizi e di aver dato un contributo alla squadra. Ho portato un elemento nuovo alla trave, lo Tsukahara in uscita, che erano due anni che non facevo. Anche io ero al debutto olimpico come le altre mie compagne e mi sono venuti i brividini già prima di entrare, quando ho sentito il fragore della folla. Siamo riuscite a compiere il nostro dovere, quello per il quale ci eravamo impegnate tanto. E’ una grande soddisfazione da condividere con le altre e con i nostri allenatori. Al villaggio mi trovo divinamente. E’ bello che quando finisce la gara, invece di tornare in hotel ci sia la possibilità di incontrare altri atleti e di scambiare impressioni delle rispettive esperienze, tra discipline differenti”.

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