Altra beffa per Alice D’Amato, che dopo il quarto posto con medaglia sfiorata nell’All Around chiude giù dal podio anche nella finale alle parallele asimmetriche. Sicuramente l’argento nella finale a squadre compensa parzialmente queste delusioni, ma la mancata medaglia odierna è particolarmente dolorosa. Davanti all’azzurra, quinta con 15.733, hanno chiuso infatti la belga Derwael, davanti per soli 33 millesimi (14.766) e la statunitense Lee (bronzo con il punteggio di 14.800). Irraggiungibili invece l’algerina Nemour, oro con 15.700 e prima ginnasta africana a salire sul podio olimpico, e la cinese Qiu, argento con 15.500. D’Amato vede dunque sfumare una medaglia alla portata, ma potrà riprovarci al corpo libero e alla trave nei prossimi giorni.
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“Arrivare quinta, a così poco dal bronzo, fa male“. Non usa giri di parole Alice D’Amato al termine della finale nelle parallele asimmetriche, conclusa a un passo dal podio. “Ho gareggiato cercando di divertirmi: era una finale olimpica e dunque c’erano le migliori otto. Le prime due erano di un altro pianeta, ad un livello altissimo, mentre le altre se la giocavano per il bronzo – ha aggiunto l’azzurra – Cercando di guardare il lato positivo, non avevo mai fatto una finale mondiale e sono comunque contenta“.
Per D’Amato sono poi arrivati i complimenti da parte di Enrico Casella, dt della ginnastica artistica: “E’ stata bravissima, confermando di essere una delle migliori interpreti. Una finale a questo livello è bella da vivere e magari sarebbe potuta essere quarta: è stata però una prestazione eccellente. Ma non è ancor finita perché continuiamo ad avere possibilità: domani ci sono due finali per lei e Manila Esposito e fare belle figure è una gratificazione per tutti“.