La finale di fioretto maschile dei Giochi di Parigi 2024 continua a far discutere. L’incontro tra Filippo Macchi e l’atleta di Hong Kong Cheung Ka, terminato con la vittoria di quest’ultimo, ha visto la stoccata decisiva essere annullata due volte dall’arbitro. Gaspare Lo Schiavo, avvocato penalista e un tempo arbitro di scherma, è stato interpellato dalla Gazzetta dello Sport: “Toccare non è sufficiente – ha spiegato il giudice sportivo della Federcscherma-. Non basta l’accensione della luce per vederti attribuire un punto. La seconda condizione è di avere il diritto di colpire l’avversario e nel fioretto succede quando si attacca. Quindi se sei in attacco e tocchi, la stoccata è tua. Chi è in difesa può eludere l’attacco in diversi modi: con una parata, oppure facendo andare a vuoto l’attacco del tuo avversario con una parata di misura, un passo indietro nel momento giusto in modo che non riesca ad andare a segno. In questo caso, dopo una parata, si acquista di nuovo il diritto di andare all’attacco”. “Sul 14 pari nell’assalto tra Macchi e Cheung – ha aggiunto -, l’arbitro non ha giudicato per ben due volte chi aveva il diritto di attaccare: o era l’attacco di uno o dell’altro. L’arbitro si è astenuto, nonostante fosse andato per ben due volte a rivedere le azioni alla moviola, con un altro arbitro come supporto: in due non sono riusciti ad arrivare a una decisione. Secondo me tutte e due le volte il diritto (e quindi il punto) era di Filippo, la terza, quella del 15 dell’avversario, è la meno netta: era una botta sporca, si può dare come è stata data. Ma le prime due no”.