Se la rivalità tra Carlos Alcaraz e Jannik Sinner è destinata a regalarci innumerevoli emozioni nel corso del prossimo decennio, quella tra lo spagnolo e Novak Djokovic certamente si è presa il palcoscenico nel corso degli ultimi 12 mesi. Le ultime due finali di Wimbledon, la memorabile sfida nella finale del Masters 1000 di Cincinnati che – seppur in un torneo magari dal prestigio minore rispetto agli altri citati – mise in mostra quanto Novak Djokovic ci tenesse a non diventare una vittima sacrificale del giovane fenomeno di Murcia. E lo scenario è più o meno simile alla vigilia di quello che potrebbe diventare uno dei match più importanti della carriera del campione di Belgrado.
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Sul Philippe Chatrier del Roland Garros si assegna la medaglia d’oro dei Giochi di Parigi 2024 e Nole non è mai stato così vicino a quell’obiettivo che ha inseguito per tutto il corso della sua lunga carriera. A Tokyo, tre anni fa, ci arrivava da super favorito, all’interno di una stagione ai limiti della perfezione dal punto di vista dei risultati. Eppure il peso della competizione olimpica si rivelò troppo pesante anche per un fuoriclasse come lui. La sconfitta contro Zverev in semifinale dopo aver vinto il primo set per 6-1, quella nel doppio misto insieme alla Stojanovic e poi due finali per il bronzo entrambe terminate senza medaglie. Nel singolo il ko contro Carreno-Busta, nel misto diede addirittura forfait. Una tre giorni terribile per Djokovic, che poche settimane dopo, a New York, disse anche addio al Grand Slam.
La prima medaglia, questa volta, è assicurata. Eppure due mesi fa tutto sembrava complicarsi ancora una volta, con quell’infortunio al menisco che metteva in discussione la sua partecipazione o quantomeno la sua preparazione verso l’evento. Flash forward di due mesi e lo troviamo a giocarsi invece l’oro olimpico, su quello stesso campo che gli ha consegnato tre edizioni dell’Open di Francia. Nel mezzo, anche un’altra finale – con annessa sconfita – sui prati di Wimbledon. Il minimo comun denominatore? Sempre lui, un Carlos Alcaraz che dopo i problemi fisici patiti in primavera negli ultimi mesi è parso semplicemente imbattibile. Due major nel giro di poche settimane, ora la possibilità di fare centro ai Giochi Olimpici a 21 anni e alla prima partecipazione. Lo stato di forma dell’iberico e il dominio andato in scena sul Centre Court dei Championships poche settimane fa non lasciano dubbi: è lui il favorito. Nettamente. Ma chissà, la leggerezza di avere comunque già conquistato quella tanto agognata medaglia e il presentarsi a un match così importante con gli sfavori del pronostico – cosa che gli è capitata di rado negli ultimi 10 anni – potrebbe portare Novak a giocarsi questo match con qualcosa di meno da perdere rispetto al solito.