Secondo il presidente di World Athletics, Sebastian Coe, il Cio dovrebbe definire “una politica che affronti l’attuale controversia sull’ammissibilità di genere nel pugilato olimpico”. Il riferimento, ovviamente, è ai casi delle due pugilatrici Khelif e Yu Ting: “Non si potrà mai accontentare tutti, ma bisogna avere una posizione chiara che funga da principio guida. Se invece non c’è, si finisce in situazioni come questa“, ha aggiunto Coe. Da canto suo, l’atletica è stata uno dei primi sport a introdurre regole per gli atleti con diverso sviluppo sessuale, a seguito di una lunga battaglia legale che ha coinvolto l’atleta sudafricana Caster Semenya, così come regole stringenti sono state prese anche da nuoto e triathlon. Il Cio, invece, lascia che tali decisioni vengano prese dagli organi di governo di ciascuno sport, “e per questo c’è un mosaico di regole”, conclude Coe.