Olimpiadi Parigi 2024

Parigi 2024 boxe: Imane Khelif dalle polemiche alla medaglia d’oro nei pesi welter

Imane Khelif
Imane Khelif - Foto PETTER ARVIDSON/Bildbyran/Sipa USA

Dalle polemiche più furibonde fino alla medaglia d’oro: Olimpiadi di Parigi 2024 non banali per Imane Khelif, la pugile algerina finita nell’occhio del ciclone ai Giochi. In finale dei 66 kg femminili (pesi welter) ha superato ai punti con verdetto unanime la rivale cinese Liu Yang, travolta con il 30-27 e l’intero pannello dei giudici favorevole per il 5-0 conclusivo che la incorona campionessa olimpica al netto di ogni polemica.

Khelif, infatti, era stata aspramente osteggiata da più parti per il suo iperandrogenismo: produce più testosterone del normale e in uno sport come il pugilato questo può suscitare proteste e polemiche. Come quella dei primissimi giorni di Parigi, che ha portato l’italiana Angela Carini al ritiro dopo pochi secondi e a numerose critiche da parte di altre rivali e dell’IBA, la federazione internazionale di boxe sospesa dal Cio, con accuse nei confronti della nordafricana di avere un vantaggio competitivo dovuto al suo patrimonio genetico con alcuni tratti di mascolinità che la renderebbero più possente e potente rispetto alle donne.

La Khelif si è scrollata di dosso ogni polemica e ha proseguito la propria corsa: dopo aver eliminato per ritiro la pugila azzurra, ha battuto nettamente l’ungherese Hamori, che per tutta risposta ha mostrato la X, il cromosoma femminile che mancherebbe all’algerina, e poi non ha faticato con la thailandese Suwannapheng, approdando in finale. Qui ha affrontato la cinese Yang, e non le ha lasciato scampo: pur senza strafare e senza affondare ai colpi, si è fatta preferire dai giudici per il suo spirito di iniziativa e per l’azione sempre lineare e mai con tentennamenti, arrivando così alla vittoria dell’oro olimpico.

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