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Parigi 2024 basket: il Team Usa si ribella in extremis, Serbia battuta e finale contro la Francia

LeBron James
LeBron James - Foto Panoramic/SIPA/SIPA / IPA

Poteva essere una serata da incubo per il dream team a stelle e strisce, ma con un ultimo quarto sull’acceleratore e senza respiro gli Usa evitano di uscire in semifinale per mano di una grande Serbia, incapace solo di reggere una volta arrivata all’ultimo miglio. LeBron James e Steph Curry decidono di vincerla e prendono per mano la squadra di Kerr, troppo svagata per larghi tratti: col punteggio di 95-91 arriva una sofferta quanto spettacolare qualificazione in finale per l’oro per i favoritissimi della vigilia, che però dovranno superare un altro scoglio durissimo, quello offerto dai padroni di casa della Francia.

Subito l’imbucata di LeBron per Curry che stappa il match, Bogdanovic risponde subito presente e dopo un ferro americano la ripartenza della Serbia è chiusa alla grande con una tripla indisturbata di Petrusev. Sempre dall’arco, ma da posizione defilata, è ancora il 4 statunitense a riportare tutto in parità. C’è però un po’ di indolenza difensiva degli Stati Uniti e Jokic penetra agevolmente trovando la schicciata. E’ festival di triple a quel punto: Curry ne piazza altre tre di fila, ma anche i serbi capiscono che questa è la strada giusta: Dobric e Bogdanovic per il 15-15, nel mezzo Curry in un delirio di onnipotenza ci prova quasi dalla metà campo e non trova il bersaglio, cosa che invece fa ancora Bogdanovic con la tripla. E Avramovic, con una bella penetrazione, porta gli slavi sul +5, quindi è il momento di sbloccarsi anche per LeBron James con la tripla, prima della nuova esplorazione dall’arco vincente a opera di nuovo di Avramovic. Le prime proteste del dream team sono su un fallo fischiato, correttamente, ai danni di un astuto Jovic, che va alla lunetta, fa due su due e porta la sua nazionale sul +7. La strategia dei serbi è a questo punto difendere con i falli di squadra e gli Usa sono imprecisi dalla lunetta: tre circostanze, sempre 1/2. I serbi sono squadra, difendono bene e su un rapido contrattacco mandano Jovic a canestro per il più facile degli appoggi al ferro.Poi, sua maestà Curry per la quinta tripla a meno di due minuti dalla fine del primo quarto. Durant è una furia su un fallo che gli viene chiamato, in effetti al limite, Petrusef spara a canestro i due liberi ed è 23-29. La Serbia non ha più falli a disposizione, ma paradossalmente mette a nudo l’imprecisione a stelle e strisce, Edward a dieci secondi dalla sirena ci fa vedere una stoppata da fantascienza e Bogdanovic fa in tempo a siglare il canestro del 23-31 con cui si va al primo riposo.

Il secondo quarto si chiude ancora una volta con LeBron in panchina, così come negli ultimi minuti del primo parziale, e con la tuta. Edward apre le danze e chiede calma ai suoi, Guduric risponde con la tripla, Jovic giganteggia al rimbalzo difensivo e dopo un paio di secondi lo troviamo lì a prendersi il fallo. Sul -9 è il momento del rientro sul parquet della Bercy di LeBron James, ma Avramovic gli dà il benvenuto con un’altra tripla: il -12 non si può più sottovalutare e il Team Usa comincia a sfaldarsi. Milutinov trova uno dei canestri più spettacolari con una bella combinazione e la Serbia vola a +14, mentre gli statunitensi continuano ad arrancare ed esaltano la compattezza difensiva degli avversari. Kerr richiama Durant fermo a zero punti e molto contrariato, poi sale in cattedra Nikola Jokic che trova il gioco da tre, prima gran canestro in sfondamento, poi libero aggiuntivo a segno dopo aver subito fallo. Il primo canestro di Embiid è accolto con indifferenza dal pubblico transalpino, dopo quindici minuti spaventoso il dato per cui gli Usa trovano 17 punti su 29 dal solo Curry, mentre la Serbia non ha nessuno in doppia. Embiid ci prende gusto e piazza la tripla, Jokic la sbaglia, Petrusev aggiusta le cose da due. Follia poi di Holiday che tutto solo preferisce la tripla di Curry, che però non arriva, la piazza invece Bogdanovic per il nuovo +15 serbo. A tre minuti dall’intervallo lungo i segnali di dream team: LeBron trova la tripla, poi una gran stoppata, quindi Embiid con la finta si apre la strada per una schiacciata splendida e il meno dieci. La Serbia non indietreggia: azione meravigliosa, quasi rugbistica, per liberare Avramovic a una gran tripla che vale il 37-50. Curry raggiunge quota 20 punti personali con l’ennesima tripla e sono 40 in tutto per gli Usa, che incassano però un nuovo canestro da tre sempre da Avramovic. James trova il gioco da tre con canestro, fallo e libero aggiuntivo a bersaglio e si va al riposo di un quarto d’ora su un 43-54 che racconta alla perfezione quanto visto.

Team Usa con tutt’altra veemenza a inizio terzo quarto. Embiid apre con la tripla, LeBron si prende un fallo di rabbia ma trasforma un solo libero. Bogdanovic risponde con una tripla da casa sua, poi storie tese tra LeBron e lo stesso numero 7, prima del capolavoro di Jokic con due finte e l’appoggio a canestro. Con il libero aggiuntivo Curry riporta a una cifra lo svantaggio Usa, sempre il numero trova la tripla in risposta a quella di Dobric e il margine serbo resta inchiodato sul +9. LeBron James salva un canestro già fatto, ma il Team Usa si incarta troppo spesso lì davanti e a un quarto d’ora dal termine i passi chiamati a Embiid fanno esplodere di gioia il pubblico francese. La Serbia gioca a memoria e trova la tripla con Dobric, risponde Curry sempre dall’arco e poi un altro suo tentativo balla sul ferro ma non entra. Potrebbe essere una delle sliding doors di questa semifinale, anche perché il match a tratti diventa una corrida e Holiday riporta ordine con la tripla che vale il -6. Jokic ingenuo con il fallo in attacco che è anche il quarto di squadra e così i ragazzi di Pesic sono costretti a pressare di meno. Micic si sblocca, Durant continua a restare a secco ma Davis lo aiuta col canestro a rimbalzo: è ancora -6. Che diventa -11 in fretta, prima da tre Micic, poi i due liberi di Guduric a un minuto dalla sirena di fine periodo. Guduric si inventa una tripla in arretramento mostruosa ed è ingenuo White nel commettere fallo: c’è il canestro col libero aggiuntivo e per il Team Usa sono guai, perchè incassando quattro punti in fila scivolano a -15, che diventa -13 perché Durant decide di mettere a referto i suo primi due punti.

Si entra nell’ultimo periodo sul 63-76 per la Serbia e ora il Team Usa ha le spalle al muro, ma anche le potenzialità per venirne a capo. LeBron James suona la carica con un bel canestro da posizione precaria, ma ci sono ancora undici punti da recuperare a una squadra che si sacrifica e non sembra intenzionata a mollare. Steph Curry va a canestro da due, ed è una rarità, poi con un rimbalzo difensivo decide di prendere per mano i suoi. Jokic, che meraviglia a otto dalla fine: canestro da campione e fallo subito, non sfrutta però il libero aggiuntivo. Momento chiave a 7:19, quando Durant trova la tripla e un compagno subisce fallo (da Jokic, è il quarto personale), dunque si riparte col possesso americano e la striscia di punti prosegue con Booker che riporta il dream team a -5. Inizia a questo punto un altro match e saltano i nervi: LeBron James tira la palla addosso a Jokic, Bogdanovic e poi Durant per mantenere invariato il distacco. Milutinov irrompe con il canestro a rimbalzo offensivo, risponde Embiid e gli ultimi cinque minuti sono un thriller. Con il gioco da tre ancora il numero 11 accorcia ulteriormente per il -4 statunitense, quindi ancora con Embiid il Team Usa torna a un possesso di distanza dopo un’infinità di tempo. Mancano quattro minuti e LeBron James si inventa il canestro in penetrazione che porta il punteggio in perfetta parità: 84-84 e rimonta di fatto completata. Dopo un paio di errori da una parte e dall’altra, ci pensano le stelle: Curry con la tripla per il primo sorpasso, poi LeBron e ancora Curry con due ripartenze clamorose che valgono il più cinque del Team Usa, che come un uragano si ribella al risultato. Bogdanovic decide che non è finita e col gioco da tre, canestro e fallo subito, riporta a -2 la Serbia, ma la gestione Usa è perfetta nel finale e arriva la sofferta e tanto agognata vittoria che vale la finale per l’oro.

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