“Domani la pugile Angela Carini salirà sul ring con il trans algerino Imane Khelif, e per tutti sembra ‘normale’. Per la Lega no: vogliamo un’informativa urgente del ministro dello Sport Abodi perché per noi non contano gli slogan, ma la vera tutela dei diritti delle donne. La deriva ideologica della sinistra globalista ha superato ogni limite e va fermata”. Si esprime così il deputato della Lega Rossano Sasso, capogruppo in commissione Cultura, Scienza, Sport e Istruzione.
“Domani a Parigi, un’atleta italiana, Angela Carini, competerà nel pugilato contro un’altra atleta, l’algerina transgender Imane Khelif, che fu esclusa dai Mondiali per non aver superato i test ma che ora gareggerà alle Olimpiadi per un regolamento diverso – dichiara in una nota Marco Perissa, deputato di Fratelli d’Italia e consigliere nazionale del Coni – Trovo questa circostanza francamente preoccupante, pur condividendo pienamente il valore dell’inclusività , sono fermamente convinto che questo incontro non sarà ad armi pari e vedrà fortemente svantaggiata l’atleta che, per forza di cose, potrà contare su un’inferiore prestanza e forza soprattutto perché in passato un’altra avversaria di Khelif ha riferito a margine dell’incontro che in tutta la sua carriera non era stata mai colpita con così tanta violenza”.
“Sbalordisce la notizia che domani, in un incontro della boxe femminile alle Olimpiadi di Parigi, un pugile biologicamente uomo combatterà come donna contro un’atleta italiana. Il tutto a nome di un distorto concetto di inclusione a tutti i costi – commenta la senatrice di Fratelli d’Italia Giulia Cosenza in un comunicato – Questa follia è stata resa possibile dalla creazione di una commissione ad hoc, ‘la Boxing Unit di Parigi 2024’, che non solo lascia molta libertà alle Nazioni di valutare i propri atleti, ma non prevede nemmeno il test del dna per la determinazione del sesso a cui sono obbligatoriamente sottoposti i pugili. Una scelta che viola i principi che sono alla base delle discipline sportive, tradisce la dignità e le battaglie delle donne e consentirà ad un uomo trans di picchiare una donna su un ring”.
Intanto il CONI si è attivato col Comitato Olimpico Internazionale affinché i diritti di tutti gli atleti e le atlete siano conformi alla Carta Olimpica e ai regolamenti sanitari.Â
Arriva anche il commento di Andrea Abodi, ministro per lo Sport e i Giovani: “Alle Olimpiadi si devono garantire la sicurezza di atleti e atlete, nel rispetto dell’equa competizione sportiva. Trovo poco comprensibile che non ci sia un allineamento nei valori minimi ormonali a livello internazionale e che quindi ci siano livelli diversi tra Europei, Mondiali e Olimpiadi – spiega – Il tema delle atlete e atleti transgender va ricondotto al rispetto in tutte le sue forme, ma prima di tutto viene la competizione ad armi pari e in sicurezza.“ Proprio su quest’ultimo punto insiste Abodi: “Il concetto di inclusività in questo caso non tiene conto di fattori primari e irrinunciabili, si pone il problema delle pari opportunità e delle stesse opportunità . Non a caso, tante discipline sportive hanno posto dei vincoli per le atlete e atleti transgender necessari per poter permettere di gareggiare alle stesse condizioni.”
In merito alla vicenda si è poi espresso il Cio, tramite il suo portavoce Mark Adams: “Le nostre regole si basano su quelle del 2016 ed erano valide anche per Tokyo. Sono i criteri di idoneità , sono sempre gli stessi e sono applicati alla lettera. Gli atleti che competono adesso nella boxe lo hanno fatto anche a Tokyo e hanno dimostrato di poter soddisfare i criteri di idoneità . Seguiamo le regole alla lettera, regole che sono state già applicate nel 2016 e nel 2020“. Per quanto riguarda Angela Carini, che sfiderà Khelif, il suo entourage ha dichiarato: “Ci rimettiamo alle decisioni del Cio. Lei pensa solo al match, poi dopo dirà quello che pensa“.
Non si è sbilanciato infine il presidente della federboxe, Flavio D’Ambrosi, che ha predicato calma: “Con prudenza e responsabilità istituzionale, sto lasciando fare al Coni. So che ha già avanzato apposito quesito: siamo in attesa di una risposta. Carini? L’ho sentita ma non è preoccupata, lei deve fare il suo match. Si tratta di un caso particolare e penso che vada allineato al rispetto dei valori e delle regole della carta olimpica“.