Olimpiadi Parigi 2024

Parigi 2024, Abodi: “Soddisfatto per i risultati e per il comportamento e le dichiarazioni dei nostri atleti”

Andrea Abodi
Andrea Abodi - Foto Alessandra Carli / LiveMedia

I Giochi Olimpici di Parigi 2024 stanno volgendo al termine e per il ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi è tempo di bilanci. “Soddisfatto non solo per il risultato in termini di medaglie conquistate e di buoni piazzamenti a partire da un’infinità di quarti posti, ma anche e soprattutto per il comportamento e le dichiarazioni dei nostri atleti, comunque vada. Le Olimpiadi sono questo. Bisogna affermare non solo la supremazia nelle gare, ma la supremazia dei valori. Noi l’abbiamo fatto”, ha dichiarato in un’intervista a Il Giornale.

Diversi le discipline trattate, dal calcio che a Parigi neanche c’era all’atletica. “Per quanto riguarda il calcio, da 16 anni la Under 21 non riesce a qualificarsi per le Olimpiadi. L’ultima presenza a Pechino 2008. Eppure nelle categorie più giovani vinciamo. Più sale l’età più cala il nostro rendimento, la nostra competitività -sottolinea-. È chiaro che dobbiamo rivedere qualcosa”. Sull’atletica: “Le medaglie d’oro di Tokyo sui cento piani e la medaglia d’oro della 4×100 sono state frutto di eccezionale talento e di circostanze molto particolari. Certo Marcell Jacobs era l’uomo più veloce del mondo. Ora la situazione è cambiata. Marcell è tornato al suo miglior livello, formidabile, ma ci sono stati atleti più competitivi di lui. La finale sui cento è stata una cosa pazzesca, sono arrivati in linea otto atleti su otto e sette di loro hanno corso in meno di 9 e 90. Non si era mai vista una cosa così. Se qualcuno, cinque o sei anni fa, ci avesse detto che l’Italia sarebbe entrata nell’eccellenza della velocità lo avremmo preso per matto. Oggi siamo nell’eccellenza della velocità”, aggiunge Abodi.

Poi si parla di Senna e della vicenda Carini-Khelif. “Capisco la suggestione di portare un fiume come la Senna dentro le competizioni sportive -dice il ministro-. Però è chiaro che un fiume che attraversa una città come Parigi non era adatto a ospitare le gare di nuoto di fondo. Gli atleti sono stati costretti ad accettare, e lo hanno fatto superando molte difficoltà”. Sulla boxe: “Non deve succedere più quello che è accaduto. Servono regole chiare e giuste, scritte su base scientifica, che permettano di controllare e determinare con precisione la natura cromosomica degli atleti e il loro livello di testosterone. E impediscano danni alla salute, all’incolumità di atlete e atleti, garantendo anche l’equa competizione”.

E per migliorare la situazione in Italia? “Partiamo da una situazione difficilissima. Il 55 per cento delle nostre scuole non ha una palestra. Molto più del 55 per cento al Sud. Nelle prime tre classi delle elementari non si fa educazione motoria con docenti specializzati. Nelle altre classi, di ogni ordine e grado, l’educazione fisica si fa solo due ore a settimana… Ce ne sono di cose da fare. Con il collega Valditara abbiamo iniziato fin da subito un grande lavoro di squadra che porterà risultati socialmente utili“, conclude.

SportFace